È il primo rifugiato per orientamento sessuale riconosciuto da un tribunale italiano: Andrea Lovdikov, è gay, ha 20 anni ed è di nazionalità russa. Vive a Napoli da quando era ancora adolescente. Lo ha portato qui la madre, per proteggerlo dalla legge russa che riconosce come reato qualsiasi manifestazione di omosessualità.
La vicenda di Andrea è destinata a fare storia nella legislazione italiana: tre anni fa Andrea ha cominciato la sua battaglia legale per vedersi riconosciuto lo status di rifugiato e il Tribunale di Salerno ora ha emanato una sentenza importante: per la prima volta, smentendo la commissione nazionale preposta, ha dato ragione al giovane russo.
Il lieto fine della storia di Andrea arriva proprio nei giorni in cui il governo russo nega le accuse di violenze e torture ai danni degli omosessuali che stanno avvenendo in Cecenia. Una volta in Italia è iniziata la sua battaglia per vedersi riconosciuto lo status di rifugiato in quanto omosessuale: si è rivolto alla commissione speciale preposta ma il riconoscimento gli è stato negato ed a questo punto che il ragazzo ha deciso di ricorrere al tribunale di Salerno.
“Ancora una volta il Tribunale di Salerno si mostra attento e sensibile alle istanze di giustizia che provengono dalle persone LGBT – spiega l’avvocato Mara Biancamano dello Sportello MigraAntinoo di Arcigay Napoli – Il provvedimento è molto importante perché riconosce per la prima volta il più alto grado di protezione ad una persona omosessuale proveniente dalla Russia”.
Andrea è stato l’ospite d’onore del sit-in contro i soprusi che la comunità LGBT continua a subire da anni organizzato sabato scorso in piazza Dante a Napoli; proprio da questa piazza ha deciso di metterci la faccia facendosi intervistare dalle tv locali e con il suo accento smaccatamente partenopeo ha espresso tutto il suo stupore e la sua gioia per questa sentenza: “Sinceramente non me l’aspettavo, a scuola in ho sempre avuto problemi e ho dovuto fare un percorso lungo e complicato per accettarmi. Da quando sono in Italia ho capito che se fossi tornato in Russia mi sarei dovuto nascondere e la mia vita si sarebbe complicata ulteriormente – ha commentato il giovane. Ora a Napoli ho la mia vita e sono fidanzato da alcuni anni; nonostante continui ad amare il mio Paese di origine non posso rischiare di tornarci e perdere tutte le mie libertà”.
L’avvocato l’avvocato Mara Biancamano che ha seguito la vicenda di Andrea peròlancia l’allarme: con il decreto Orlando-Minniti diventato legge, proteggere chi cerca rifugio sarà molto più difficile in quanto il giudice non avrà più modo di parlare con il richiedente asilo.
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