Ebbene sì, Troye Sivan è tornato: nuovo album e nuovo singolo diventato virale ovunque.
Non importa che ci siano 40 gradi all’ombra, il video RUSH ci fa grondare di sudore ancora di più, sbizzarrendosi tra chiappe all’aria e party scatenati. Un’ode al potere della connessione, che ci mostra finalmente un’artista queer cantare la cosa più semplice e limpida del mondo: sesso libero e un po’ di festa.
Come dicevano, non tuttə sono rimastə contentə, con l’accusa di essere un party solo per twink magrissimi e impeccabili, che non trova spazio per ogni altro corpo o forma, ma al contrario, conferma l’esclusività di alcuni ambienti queer.
Tra chi accusa Sivan di grassofobia e chi non ne capisce le ragioni, in un’intervista con Billboard l’artista ha risposto direttamente alle critiche, dichiarando di non avere pensato: “Non stavamo ovviamente dicendo ‘vogliamo solo uno specifica persona nel video’. Volevamo solo fare il video, e non c’è stato così tanto pensiero dietro“.
Una distrazione ingenua per cui forse non ha nemmeno troppo senso puntare il dito sullo stesso Sivan, quanto su un’industria ancora non abbastanza sensibilizzata all’argomento.
Durante l’intervista, il cantante ha parlato apertamente anche del controsenso di alcune critiche che per difendere una causa ne hanno demolita un’altra: “C’era questo articolo, e parlavano della mancanza di diversità nel video, e nella stessa frase, questa persona scrive ‘Mangiate qualcosa, stupidi think“. racconta Sivan “Mi ha totalmente innervosito lleggerlo, perché ho avuto le mie insicurezze con il mio corpo. Pens che ogni corpo sia bello così com’è, incluso il mio, e fa schifo vedere persone parlare dei corpi di altre persone”.
Con la sua risposta Sivan ci ricorda che anche quando muoviamo certe critiche (più che lecite), non resistiamo dal fare commenti sulla forma fisica di qualcun altrə. Le implicazioni e gli effetti collaterali variano da contesto e privilegio (un corpo magro avrà sempre un posto in società più comodo di tutti gli altri). Eppure il focus è sempre lì.
Quanta strada c’è ancora da fare?
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