L’omofobia torna a colpire in Africa, con l’attivista LGBT John Wasswa trucidato il 5 ottobre scorso, a colpi di mazza e machete. Come riportato da OutTv, John è stato ammazzato nella propria abitazione, a Jinja. Wasswa era un membro di Children of the Sun, associazione per la difesa dei diritti LGBT. Il ragazzo sarebbe stato attaccato da non identificata gente del posto, che è fuggita subito dopo l’attacco.
Trasportato al Regional Referral Hospital, John è morto poco dopo il suo arrivo. Era in condizioni disperate. Al suo fianco gli attivisti di EveryOne Group e l’intera comunità LGBT ugandese, ma non i suoi genitori, che l’avevano pubblicamente ripudiato una volta scoperta la sua omosessualità. La famiglia di Wasswa non parteciperà neanche al funerale. The Children of the Sun Foundation (COSF) ha dichiarato al quotidiano tedesco Bild che “è un momento triste per la comunità LGBT in Uganda“.
I diritti LGBT in Uganda non esistono. Sia l’omosessualità maschile che quella femminile sono illegali. In base al codice penale “la conoscenza carnale contro l’ordine della natura” tra due maschi può essere punita con l’ergastolo. Solo la scorsa settimana il ministro dell’Interno aveva definito “terroristi” le persone LGBT. Ad oggi l’Uganda è uno dei Paesi più dichiaratamente omofobi al mondo.
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