“Uno spettacolo imbarazzate e indegno“: Gabriele Piazzoni, segretario di Arcigay, si scaglia contro l’Assemblea legislativa della Regione Umbria, che oggi non ha votato il testo di legge contro l’omotransfobia per mancanza del numero legale. Alle 13.20 la presidente del consiglio regionale dell’Umbria, Donatella Porzi, ha preso atto che i consiglieri in aula erano “soltanto dieci” ed ha quindi disposto il rinvio della seduta. Il confronto sulla proposta di legge anti-omofobia ha subito quindi un nuovo stop, dopo quello di 15 giorni fa sulla mancanza di copertura finanziaria.
Un ostruzionismo calcolato, un fuoco amico imperdonabile rafforzato dalla complicità del M5S che, quando si tratta di fare malapolitica, si presta volentieri a far da stampella ai suoi nemici giurati. Questo nulla di fatto è la sintesi sconcertante della politica italiana oggi, in cui i partiti non esprimono più un paradigma di valori e un programma politico, ma sono solo il terreno in cui si consuma una lotta tra bande autoreferenziale e disinteressata alla vita e ai bisogni delle persone.
La fumata nera di oggi è il simbolo eloquente di una politica allo sbando, incapace di corrispondere alle attese minime dell’elettorato e alla continua ricerca di alibi. Agli eletti e alle elette che oggi hanno utilizzato i giochetti dell’aula per sabotare l’approvazione di una legge a tutela delle persone discriminate, assicuriamo che ogni ora che ci separa da quel voto sarà un’ora di rabbia e di vibrante protesta”, conclude Piazzoni.
“Sappiamo che alcuni consiglieri mancavano per impegni istituzionali – commenta a caldo Stefano Bucaioni, presidente di Omphalos LGBTI, ma il risultato delle assenze è sotto gli occhi di tutti. Abbiamo ottenuto di parlare con il consigliere Lionelli che è anche segretario regionale del Pd e gli abbiamo chiesto un impegno preciso: che l’emendamento Smacchi >>> LEGGI venga ritirato e si approvi la legge, ferma da 10 anni“.
“Il Pd umbro è spaccato e non riesce ad uscire dall’impasse. A questo punto ci appelleremo al Pd nazionale. Chiameremo in causa i tre candidati alla segreteria perché chiariscano qual è la loro idea di una legge contro le discriminazioni. Vogliono una legge che tuteli le vittime o una che tuteli gli omofobi? Su questo dovranno risponderci chiaramente”.
“Ai consiglieri del M5S che hanno preferito uscire dall’aula e contribuire a far mancare il numero legale – conclude il presidente – abbiamo ricordato che se fossero rimasti, oggi la legge si sarebbe approvata per merito loro”.
Dopo la seduta andata a vuoto di questa mattina che ha rinviato al 4 aprile prossimo la discussione sulla legge.
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