Nel mezzo dell’ondata anti-LGBTQ+ che sta attraversando gli Stati Uniti, la sparatoria al Club Q di Colorado Springs è arrivata come l’ennesimo affondo a una comunità che, nello Stato repubblicano, ha già pochi punti di riferimento a cui rivolgersi. La tragedia ha sconvolto la comunità LGBTQ+ di Colorado Springs, che aveva trovato proprio nel Club Q un luogo sicuro dove ritrovarsi ed esprimersi.
L’attacco, avvenuto a opera di Anderson Lee Aldrich, 22enne che si è introdotto all’interno del locale mietendo terrore e che è stato fermato da alcuni coraggiosi clienti. Il giovane è attualmente detenuto e la polizia sta indagando sul movente del suo gesto, anche se i nuovi indizi e un passato arresto per detenzione di esplosivi indicherebbe la strada dei crimini d’odio.
La tragedia che ha lasciato sconvolta l’intera Nazione ha lasciato dietro di sé decine di feriti attualmente trattati in ospedale e cinque vittime. Nelle prime ore dopo l’accaduto i loro corpi non erano ancora stati identificati ma, nella giornata di lunedì, in una conferenza stampa tenutasi nel municipio di Colorado Springs, il capo della polizia Adrian Vasquez ha annunciato che tutte e cinque le vittime sono state identificate dai famigliari.
A lui si è aggiunto il sindaco di Colorado Springs, John Suthers, che ha espresso le sue condoglianze alle famiglie e ai loro cari, promettendo il sostegno della città in questo momento così difficile. La disperazione della comunità LGBTQ+ locale e delle persone vicine alle vittime che hanno ingiustamente perso la vita nella tragedia ha fatto eco in tutti gli Stati Uniti, spingendo attivisti, celebrità e il Presidente Biden ad esprimersi contro l’odio anti-LGBT. Sentimento espresso in molti modi e mezzi nelle ultime ore, come la bellissima copertina del NYT immaginata dall’artista Sho Shibuyo, che è già diventata virale sui social.
Dopo gli eventi di sabato notte, nella giornata di domenica, alle veglie per il Transgender Day of Remembrance si sono unite anche quelle per commemorare tuttə coloro che sono rimastə feritə e, soprattutto, le cinque vittime dell’attacco. Ecco i loro nomi.
Daniel Davis Aston
Tra i primi ad essere identificati c’è Daniel David Aston, ragazzo transgender di 28 anni che lavorava al Club Q come bartender. Daniel era uno dei personaggi più conosciuti nella comunità LGBTQ+ di Colorado Springs, amato da tanti per il suo impegno a far diventare la città un luogo più accogliente per le persone queer.
Daniel amava anche intrattenere e spesso si esibiva al Club Q, le sue performance riscuotevano sempre un grande successo. I suoi genitori sono stati i primi a parlare alla stampa, definendo la sua perdita un incubo da cui non è possibile svegliarsi.
«Siamo sotto shock, abbiamo pianto per un po’, ma poi attraversi questa fase in cui sei solo un po’ insensibile, e sono sicura che ci colpirà di nuovo. Continuo a pensare che sia un errore, hanno commesso un errore e che è davvero vivo», sono state le parole della madre, Sabrina Aston.
Derrick Rump
Insieme a Daniel Davis Aston, anche Derrick Rump lavorava come barista al Club Q. I due colleghi si trovavano nello stesso turno sabato notte e, dalle ricostruzioni della polizia, potrebbero essere stati tra i primi a cadere sotto i colpi del killer.
Originario della contea di Berks, in Pennsylvania, era un altro punto di riferimento del locale. I due giovani, entrambi 28enni, lavoravano a stretto contatto con il titolare del Club Q per aiutare la comunità di Colorado Springs.
Descritto dai vicini di casa come un bravo ragazzo, è stato anche ricordato dai suoi più cari amici, che spesso andava a visitare nei suoi giorni liberi. Anthony Jaramillo, uno dei suoi più cari amici, ha parlato alle telecamere di CBS News: «[Era] affettuoso, solidale e un ottimo ascoltatore, non aveva paura di dirti quando stavi sbagliando invece di dirti quello che volevi sentire e questo era davvero prezioso».
Kelly Loving
Kelly Loving, 40 anni, si era trasferita all’inizio di quest’anno a Denver, nella speranza di trovare una nuova comunità che la accogliesse a braccia aperte. Sabato, poco prima di entrare al Club Q, aveva chiamato su FaceTime la sua amica Natalie Bingham per mostrarle outfit e acconciatura.
Le due avevano organizzato una cena insieme ad amici comuni per la festa del Ringraziamento e solo la settimana scorsa avevano festeggiato il 40° compleanno di Kelly. Per la sua amica si trattava di un traguardo da celebrare visto che, come ha raccontato, tutti i suoi amici transgender erano invece morti giovani.
Anche la vita di Kelly Loving è stata tragicamente interrotta, dopo aver affrontato sfide e battaglie durante la sua transizione. La sorella Tiffany l’ha ricordata in una dichiarazione a USA Today, sottolineando il suo animo buono e gentile che la faceva amare da tuttə ed esprimendo le sue condoglianze anche alle altre persone coinvolte nella tragedia.
Ashley Paugh
«Ho perso mia sorella e sono così triste e molto arrabbiato in questo momento. Era una sorella, figlia, mamma, moglie, zia, nipote e cugina. Siamo tutti devastati», queste sono state le parole di Stephanie Clark in un post ricordo su Facebook per commemorare la perdita di sua sorella Ashley, tra le cinque vittime della sparatoria.
La conferma è arrivata dal marito, Kurt Paugh, che ha annunciato la sua perdita al giornale locale The Coloradoan, descrivendola come una madre meravigliosa: «Lei significava tutto per questa famiglia, e non possiamo nemmeno cominciare a capire cosa significherà non averla nelle nostre vite».
Ashley era impegnata nel volontariato e nell’aiutare coloro che avevano più bisogno. Collaborava con “Kids Crossing”, associazione no-profit che si occupa di trovare famiglie amorevoli per i bambini in affido.
Raymond Green Vance
Il più giovane a perdere la vita nella tragedia del Club Q è Raymond Green Vance, di soli 22 anni. Raymond si trovava al Club Q con la sua ragazza Kassy Fierro e alcuni amici per festeggiare il compleanno di uno di loro. Nato a Chicago ma cresciuto a Colorado Springs, aveva da poco trovato lavoro in un centro FedEx della città.
La madre lo descrive come un ragazzo semplice e buono, dai sani principi. Sosteneva la comunità LGBTQ+ e, per un tragico scherzo del destino, sabato si trovava al Club Q. Non ci era mai stato, era la sua prima volta lì, per godersi lo spettacolo della serata.
«Raymond è stato vittima di un uomo che ha scatenato il terrore su persone innocenti con la famiglia e gli amici», ha dichiarato la madre alle telecamere.
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