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Zan: “Dobbiamo portare a casa la legge contro l’omotransfobia, costi quel che costi”

“Ne va del futuro del nostro Paese. Non possiamo sprecare un’occasione così importante, non possiamo aspettare altri 10 anni”.

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La violenta aggressione ai danni di Jean Pierre Moreno, rifugiato e socio di GayNet preso a calci e pugni in metro a Roma solo e soltanto per aver dato un bacio al compagno, ha suscitato l’immediata reazione del Pd, che è tornato a chiedere a gran voce l’approvazione della legge contro l’omotransfobia, la misoginia e l’abilismo.

Monica Cirinnà, Laura Boldrini, i neo vicesegretari Irene Tinagli e Giuseppe Provenzano, il segretario Enrico Letta e Alessandro Zan, su ClubHouse ieri pomeriggio andato più a fondo sull’argomento. Perché il DDL deve essere ancora calendarizzato in Senato, a 5 mesi dall’approvazione alla Camera, con una strada terribilmente in salita ma non impossibile da percorrere fino in fondo.

Dobbiamo accelerare, mettere tutte le energie, lavorare in modo importante per dare luce a una legge che sarebbe importante per tutto il Paese. Questa è una legge di iniziativa parlamentare, e come successo anche in passato può essere approvata con una maggioranza diversa da quella che sostiene il Governo. È importante che Enrico Letta sia stato chiaro e netto, perché ritengo che questo dia un’ulteriore spinta. Il segretario aveva parlato dello Ius Soli, pur sapendo di trovarsi in un Governo con la Lega. C’è un Pd che non può rinunciare alle proprie battaglie, ci sono anche tanti senatori 5 Stelle a volerla approvare. Dobbiamo cercare di fare pressioni al leghista Andrea Ostellari, attuale Presidente della Commissione Giustizia del Senato, affinché nomini un relatore/relatrice che sia in linea con lo spirito della legge. È tutto in salita ma c’è uno spazio per approvarla. E se non ci proveremo adesso rischiamo di dover aspettare altri 10 anni. Immaginate dove si troverebbe l’Italia, se dovessimo aspettare altri 5, 10 anni. Abbiamo una grande responsabilità, non possiamo aspettare che l’Italia scivoli verso l’Europa più illiberale. È una partita importante, dobbiamo provarci adesso.

Uno Zan che vuole vedere positivo in funzione DDL, anche dinanzi ad una stampa nazionale che tende a mostrare disinteresse nei confronti di questa legge, se non da parte di quei quotidiani dichiaratamente contrari alla sua approvazione.

Una legge così è più complicata, mediaticamente parlando, rispetto ad una legge sulle unioni civili. Su questa legge è stata portata avanti una grande campagna di disinformazione. La destra ha fatto una campagna di menzogne su questa legge. Giorgia Meloni si è oggi detta indignata in relazione all’aggressione di Roma. La tipica ipocrisia di una destra che manifesta indignazione davanti alla cronaca per poi fare ostruzionismo senza pietà in Parlamento, imbavagliandosi alla Camera. È difficile far passare la narrazione che una legge simile è fondamentale anche per quei reati per cui la destra si indigna. Questo è un tema cruciale per il futuro di civiltà di questo Paese. In questo sprazzo di legislatura, un anno o poco più, dobbiamo giocarcela tutta. Bisogna praticare l’ottimismo della volontà, per cercare di arrivare all’obiettivo. La legge approvata alla Camera è stata frutto di mediazioni, con voto segreto. Al senato bisognerebbe fare muro, respingendo tutti gli emendamenti sapendo l’ostruzionismo che ci sarà. Ci sono Pillon, Gasparri e Malan in commissione giustizia. Ci sono pochi mesi, va giocata. Dobbiamo buttarci e portarla a casa, costi quel che costi, perché ne va del futuro del nostro Paese, della qualità della vita dei nostri cittadini. Non possiamo sprecare un’occasione così importante per portare a casa questa legge.

Domani, martedì  23 marzo, si terrà l’assemblea del gruppo parlamentare Pd al Senato. La speranza è che si decida all’unanimità di chiedere l’immediata calendarizzazione del DDL in Commissione. Poi sarà battaglia, emendamento dopo emendamento, voto dopo voto. Il tempo delle parole deve finire. Passiamo ai fatti.

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