Il Consiglio d’Europa all’Italia: “Gli attacchi alla comunità LGBTQIA+ sono violazioni dei diritti umani”

Il resoconto sui diritti umani in Italia di Dunja Mijatović, commissaria del Consiglio d'Europa.

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Giorgia Meloni ed Eugenia Roccella
5 min. di lettura

Dunja Mijatović, commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa, è stata in Italia dal 19 al 23 giugno 2023, giorni in cui ha incontrato sia il ministro degli interni Piantedosi che la ministra alle pari opportunità Roccella. La sua visita si è concentrata sui diritti umani dei rifugiati, dei richiedenti asilo e dei migranti e sui diritti delle donne e delle persone LGBTQIA+. Proprio oggi è uscita la lunga relazione ufficiale di Dunja Mijatovic, che ha posto l’accento sulla serie di attacchi legislativi in corso contro la comunità LGBTQIA+ nazionale, definendoli “violazioni dei diritti umani“.

In Italia non esiste una legge nazionale contro l’omobitransfobia, ha sottolineato Dunja Mijatović, ricordando la bocciatura in senato del DDL Zan a fine 2021. La Commissaria ha più volte espresso rammarico per la mancata approvazione di quella legge, rimarcando inoltre tutta la propria preoccupazione nei confronti delle famiglie arcobaleno e di quei figli nati tramite gestazione per altri. Le autorità italiane avrebbero assicurato a Dunja Mijatović “il massimo impegno a favore della protezione dei diritti dei bambini e priorità al loro interesse superiore“, se non fosse che da parte del governo Meloni arrivino ogni giorno indicazioni differenti. La premier Giorgia Meloni solo pochi giorni fa ha ribadito l’intenzione dell’esecutivo di rendere la GPA “reato universale”, dopo una prima approvazione alla Camera.

Le conclusioni della Commissaria sono nette.

Dunja Mijatović ha raccomandato alle autorità italiane di istituire urgentemente un comitato indipendente ed efficace per i diritti umani. La Commissaria ha poi sollecitato le autorità italiane ad allineare il quadro legislativo italiano alle norme del Consiglio d’Europa sulla lotta all’intolleranza e alla discriminazione nei confronti delle persone LGBTQIA+. Ciò dovrebbe includere modifiche pertinenti all’attuale lotta contro la discriminazione e l’odio. Bisogna quindi approvare una legge contro l’omobitransfobia. Sono anni che l’Europa ce lo chiede. Sono decenni che il parlamento italiano fa finta di non sentire.

In relazione alla trascrizione degli atti di nascita esteri dei figli nati tramite gestazione per altri o in seguito a tecnologie di riproduzione assistita, la Commissaria ha ricordato il dovere delle autorità affinché garantiscano che l’interesse del minore sia sempre tutelato. Alla luce di tutto ciò, Dunja Mijatović ha invitato le autorità, compresi i pubblici ministeri, ad astenersi dall’impugnare retroattivamente la trascrizione dei certificati esteri già registrati in Italia, poiché tale azione inciderebbe negativamente sul diritto del bambino ad un’identità personale, che comprende nome e rapporti familiari riconosciuti dalla legge e il diritto di preservare tale identità senza interferenze. Tutto questo riporta alla famigerata “circolare Piantedosi“, con conseguente mossa della procura di Padova che decise di ‘cancellare’ oltre 30 famiglie omogenitoriali, per poi cambiare registro e affidarsi alla Corte Costituzionale.

Infine, si legge nel report, le impugnazioni retroattive alla trascrizione di atti di nascita esteri possono ledere il principio della certezza del diritto.

Solo pochi giorni fa il Parlamento europeo ha votato a favore del certificato di filiazione, ribadendo come la genitorialità debba essere riconosciuta ovunque, indipendentemente da come un bambino sia stato concepito, sia nato o dal tipo di famiglia che ha.

Doveroso anche il resoconto relativo alla tragedia dei rifugiati, dei richiedenti asilo e dei migranti che muoiono e scompaiono in mare.

Bisogna prevenire morti e sparizioni“, precisa Dunja Mijatović, esortando le autorità italiane a fare tutto il possibile per garantire che siano predisposti percorsi sicuri e legali. A questo proposito, ha elogiato la decisione del governo di aumentare significativamente le quote dei lavoratori migranti, incoraggiando ad espanderlo.  Mijatović ha lodato le iniziative per promuovere percorsi legali di protezione portati avanti dalla società civile e organizzazioni internazionali in partenariato con le autorità italiane (come il reinsediamento, i “corridoi umanitari” e i “corridoi universitari”) e ha invitato le autorità a sostenerne l’espansione di tutti questi programmi. L’Italia, precisa la Commissaria, dovrebbe garantire che siano disponibili capacità di ricerca e salvataggio sufficienti e adeguate  per fornire assistenza tempestiva ed efficace alle persone, compresi i rifugiati e i richiedenti asilo, in difficoltà in mare. Dunja Mijatović ha espresso preoccupazione dinanzi alla richiesta nostrana di schierare mezzi navali per impedire l’arrivo di rifugiati, richiedenti asilo e migranti,  mentre il Bel Paese dovrebbe adottare un approccio sistematico alla raccolta dei dati riguardante le morti dei migranti.   La Commissaria ha poi ricordato come il diritto di chiedere protezione internazionale sia un diritto fondamentale e inattaccabile.

Dunja Mijatović ha invitato le autorità italiane ad astenersi dal coordinare o agevolare il processo di rimpatrio in Libia dei rifugiati, richiedenti asilo e migranti trovati  in mare, poiché la Libia non può essere considerata un luogo sicuro ai fini dello sbarco. La Commissaria ha poi sottolineato come la situazione dei diritti umani in Tunisia sia drammatica peggiorata, soprattutto per alcune categorie a rischio, persone LGBTQIA+ in testa. Dunja Mijatović  teme inoltre che il tanto chiacchierato memorandum con l’Albania non contenga adeguate misure di salvaguardia per garantire che la sua attuazione non incida negativamente sui diritti umani dei rifugiati, richiedenti asilo e migranti. È fondamentale garantire che l’asilo, precisa Mijatović,  possa essere richiesto e valutato sui territori degli Stati membri. Infine, la Commissaria ha invitato le autorità italiane a concentrarsi sul miglioramento dell’efficienza e dell’efficacia del proprio sistema di asilo e accoglienza.

Sul fronte della parità di genere Dunja Mijatovic ha invitato le autorità italiane a garantire l’attuazione delle politiche nazionali, in modo da dare piena attuazione agli obblighi dell’Italia in materia di tutela del diritto delle donne all’uguaglianza e alla non discriminazione in tutti gli ambiti della vita. La Commissaria ha ricordato la Strategia per l’uguaglianza di genere 2018-2023 del Consiglio d’Europa, in cui si legge come l’uguaglianza di genere “implica pari diritti per donne e uomini, ragazze e ragazzi, così come la stessa visibilità, emancipazione, responsabilità e partecipazione, in tutte le sfere della vita pubblica e privata. Implica anche parità di accesso e distribuzione delle risorse tra donne e uomini”.

La Commissaria si è detta preoccupata per le marcate disparità geografiche nella realizzazione dei diritti delle donne, sottolineando come il governo abbia la responsabilità ultima di garantire la coerente attuazione della legislazione e delle politiche nazionali pertinenti e l’effettiva realizzazione die diritti umani, compresi i diritti delle donne, in tutto il territorio italiano.

Dunja Mijatović ha raccomandato alle autorità di adottare misure ad hoc per rafforzare l’attuazione della legislazione antidiscriminatoria,  con finanziamenti adeguati e stabili per l’attuazione delle strategie nazionali e dei piani d’azione per la parità di genere e la lotta alla violenza contro le donne. Dovrebbero essere messi in atto piani operativi con obiettivi chiari. “Le autorità sono invitate a proseguire i loro sforzi per migliorare la situazione socioeconomica del donne, anche attraverso misure volte a mitigare gli effetti negativi dell’emergenza Covid-19  sulle loro opportunità di lavoro e sulla loro responsabilizzazione“, si legge nel report. In particolare, dovrebbero essere intensificati gli sforzi  volti a rimuovere gli ostacoli all’accesso delle donne al mercato del lavoro, migliorando la disponibilità di sostegno all’infanzia. La Commissaria ha incoraggiato le autorità ad attuare misure volte a promuovere la parità di genere nell’occupazione e a ridurre la segregazione occupazionale sia nel settore pubblico che in quello privato. Dunja Mijatović  ha esortato le autorità a garantire l’accesso delle donne all’assistenza sanitaria riproduttiva, in particolar modo all’accesso all’aborto e alla contraccezione.

La Commissaria raccomanda inoltre alle autorità di intraprendere ulteriori sforzi per garantire il pieno rispetto dei diritti, della dignità e dell’autonomia delle donne“.

Il governo italiano è stato inoltre esortato ad intensificare gli sforzi, anche attraverso campagne di sensibilizzazione e altre misure adeguate, nel combattere il sessismo e gli stereotipi discriminatori di genere a livello livello sociale e istituzionale, in linea con gli standard internazionali. A detta di Dunja Mijatović è urgente migliorare il trattamento delle donne vittime della discriminazione di genere  ed evitare la vittimizzazione secondaria.  E infine, la Commissaria ha  esortato le autorità ad aumentare la disponibilità per un adeguato finanziamento dei centri antiviolenza e delle case rifugio per le vittime di violenza.

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emailaccntalecerquagmailcom 19.12.23 - 22:23

io penso che de sto passo andremo a finire non bene, ma malissimo. Ci dobbiamo mettere in testa che ognuno come è... è. Chi se ne frega se è gay o meno, ma tanto qui in Italia non lo capiamo ovviamente ehehe.

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