Oggi durante il question time alla Camera, il Ministro dell’Interno Piantedosi ha risposto a un’interrogazione parlamentare a proposito di quella che su Gay.it abbiamo definito, senza mezzi termini, una persecuzione di stato ai danni della comunità LGBTQIA+ italiana da parte del Governo Meloni che sta cancellando a tappeto in tutta Italia attraverso procure e tribunali, le registrazioni all’anagrafe dei figli di coppie omogenitoriali, tra cui quella di Milano, quella di Padova e quella di Belluno.
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Con la cancellazione di uno dei due genitori dai certificati anagrafici dei figli delle coppie omosessuali che erano state registrate fino ad oggi, e con l’impossibilità di riconoscere le future famiglie arcobaleno, l’estrema destra italiana espone “le famiglie omogenitoriali a pesanti difficoltà quotidiane, oltre a negare alle bambine e ai bambini la pari dignità sociale, e anzi esponendoli ad una violazione del loro diritto fondamentale all’identità personale, ivi compreso lo status di figli e figlie“.
Così la deputata del PD Ouidad Bakkali, ha formulato una richiesta di intervento sul tema al Governo nell’interrogazione parlamentare:
Quali iniziative intenda intraprendere il Ministro in indirizzo al fine di assicurare alle bambine e ai bambini con genitori dello stesso sesso il riconoscimento dello status di figli e piena tutela del diritto all’identità personale, garantendo loro uguaglianza di trattamento e la piena tutela dei loro diritti fondamentali, nel solco dei principi costituzionali e delle normative sovranazionali.
Nella sua risposta il Ministro Piantedosi ha fornito il muso duro della peggior destra, ripetendo – con varie imprecisioni – che la normativa vigente non consente la registrazione di atti di nascita recanti l’indicazione di genitori dello stesso sesso così come non consente “il riconoscimento della filiazione da parte di altro genitore avente lo stesso sesso della madre partoriente” (cit.). Divieti, secondo Piantedosi, suffragati da consolidata giurisprudenza. “Parimenti esclusa la trascrizione di atti di nascita formati all’estero riconducibili alla fattispecie della maternità surrogata, attestando il riconoscimento di filiazione del cosiddetto genitore di intenzione, in assenza di un legame biologico tra lo stesso e il minore” (e qui Piantedosi fa confusione tra GPA e PMA, da non credere: forniamo qui, anche a beneficio del Ministro, un vademecum che spieghi le differenze tra GPA e PMA).
“Il ricorso alla maternità surrogata – prosegue il Ministro Piantedosi nella risposta all’interrogazione di Bakkali (PD) – trova un ostacolo insuperabile infatti nel divieto di surrogazione di maternità previsto dalla legge 40 del 2004, come principio di ordine pubblico, in quanto offende in modo intollerabile la dignità della donna e mina nel profondo le relazioni umane”.
Piantedosi quindi ricorda che si può sempre ricorrere alla stepchild adoption – adozione in casi speciali – menzionando le sentenze della Corte Costituzionale, dimenticando che si tratta di un’adozione di serie B e che richiede tempi lunghi e procedure burocraticamente complesse, ben più difficili e onerose di una normale trascrizione anagrafica come avviene per le coppie eterosessuali. Ma Piantedosi oppone il pugno duro del Governo, spiegando che la procura di Milano ha promosso “la rettificazione chiedendo al tribunale l’annullamento di tre atti di riconoscimento resi a Milano da persona dello stesso sesso della mamma partoriente, nonché della trascrizione effettuata dallo stesso Comune di un atto di nascita formato all’estero riguardante la cosiddetta maternità surrogata”.
Di fuoco la replica di Alessandro Zan (PD) che accusa il Governo Meloni di vigliaccheria e di utilizzare i bambini per attuare una discriminazione nei confronti delle coppie omogenitoriali.
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Qui di seguito la trascrizione dell’intervento del deputato Alessandro Zan:
“Le sue parole aumentano la nostra preoccupazione, questo Governo non ha alcuna intenzione di dare tutela e riconoscimento a tutte le famiglie, aumentando una discriminazione e una disparità di trattamento degne dell’Ungheria del vostro alleato Orbàn. Che ci fa vergognare davanti all’Unione Europea, che ci chiede uguaglianza da tempo – e ricordo Ministro che l’Italia è membro fondatore – Sono impressionanti la freddezza e la precisione con cui avete preparato un attacco alle famiglie omogenitoriali e il vostro continuo rimandare all’adozione per casi speciali (step child adoption ndr) mostra tutta la malafede di chi non vuole assumersi la responsabilità politica di una risposta. Le ricordo che i 32 casi di Padova sono coppie di donne, non c’entra nulla la GPA. Questo è solo un tema di distrazione di massa. Il Governo rimanda tutto all’adozione per casi speciali, ma le ricordo che l’adozione per casi speciali non è un diritto, ma un procedimenti giudiziario lungo, oneroso, incerto, che impone l’affiancamento di servizi sociali, psichiatri e questo in famiglie che già esistono e che sono già tali, che vivono la quotidianità esattamente come la sua famiglia, Ministro. Lei come si sarebbe sentito, Ministro, se lo Stato di punto in bianco le avesse negato la responsabilità genitoriale sui suoi figli. Come si sarebbe sentito se non avesse potuto portarli a scuola o a una visita pediatrica. È questo che sta accadendo oggi, ed è il risultato della sua circolare inviata ai Prefetti, lo voglio ripetere:
“Il vostro è un atteggiamento vigliacco, perché il vostro obiettivo è uno e uno solo: discriminare le coppie dello stesso sesso utilizzando i loro figli.
Riempite le vostre bocche di parole a difesa della famiglia, ma la verità è che dei diritti e della vita di questi bambini non vi importa assolutamente nulla, esattamente come i bambini delle madri detenute o come i ‘minori stranieri non accompagnati’ nel Decreto Cutro. Siete dalla parte sbagliata della storia, del buon senso, della civiltà e soprattutto contro la Costituzione che chiede piena uguaglianza per tutti i figli di questo paese”
Alessandro Zan – Camera dei Deputati – 19 Aprile 2023
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