Intervistato da Valerio Cappelli per il “Corriere della Sera”, Mauro Coruzzi, in arte Platinette, ha espresso giudizi critici nei confronti di Drusill Foer, al fianco della quale nel 2012 recitò in Magnifica Presenza di Ferzan Ozpetek. A domanda precisa (“le piace?“), Platinette si è esposta.
“Insomma, cosa posso dire, è brava ma ricalca uno stereotipo che conosciamo, ha la voce simile a quella che aveva Tina Lattanzi, la doppiatrice di Greta Garbo, ha una sua signorilità, capisco che sia rassicurante per un prodotto televisivo, non so che sviluppo potrà avere”.
Coruzzi, che Immanuel Casto in passato definì “rassicurante stereotipo del fenomeno da baraccone”, ha poi confermato di aver conosciuto Giorgia Meloni, prima premier donna d’Italia, durante la festa di Fratelli d’Italia Atreju.
“Abbiamo chiacchierato a lungo, mi ha invitato in modo furbo a un convegno di Fratelli d’Italia. È una donna senza pregiudizi, se li ha li camuffa bene, ma non credo che abbia, come dice Morandi, molti amici gay. Avendo avuto la percezione di un suo pensiero diverso, volevo sapere come la pensasse su certi temi. Mi verrebbe voglia di chiederle un ruolo, rappresentando certe idee rispetto all’omosessualità. C’erano la Santanché, La Russa, centinaia di simpatizzanti di destra. Non credo siano tutti patrioti etero. A sinistra non mi hanno mai invitato. Il Pd si è impossessato di certi temi perché nessuno ne parla“.
Per quale motivo il Pd avrebbe dovuto invitare Platinette ad un suo convegno, visto e considerato la quantità infinita di discusse e discutibili dichiarazioni di Coruzzi sulla comunità e sui diritti LGBTQ+, non è chiaro. “Adoro gli anni della Dc, il compromesso storico, c’erano ministri gay, lo sapevano tutti e vivevano in un limbo“, ha non a caso concluso Platinette, contraria alle unioni civili e al DDL Zan a tal punto da dichiarare, lo scorso agosto, “l’Italia non è un Paese omofobo, non lo è mai stato”.
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