La seconda metà degli anni ’70 è un periodo estremamente importante per il movimento omosessuale italiano, incentrato ancora una volta sulla visibilità della nostra comunità.
Ad esempio il 1976 è l’anno delle elezioni politiche, ma anche delle prime radio indipendenti e libere, che davano spazio a rubriche riguardanti anche i diritti civili, fino ai primi locali gay che nascevano nelle grandi città.
Novità in politica: prime candidature apertamente omosessuali
Alle elezioni politiche del 1976 scoppiò subito uno scandalo: candidati apertamente gay. Marco Pannella, in vista delle elezioni, aveva voluto due riforme importanti all’interno del partito: solo capolista donne e candidare anche persone omosessuali e lesbiche.
La notizia rimbalzò presto su tutti i giornali, tra l’incredulità degli altri partiti. Erano persone che ci mettevano faccia, nome e cognome. Tra i candidati, c’erano Angelo Pezzana, Matilde Bona, Laura di Nola, Filippo Molinengo, Laura Fossetti.
Le elezioni si chiusero con 400.000 voti per il Partito Radicale, che portò in Parlamento 4 deputati. Pezzana entrò alla Camera il 6 febbraio 1979, sostituendo Mauro Mellini. La sua esperienza da deputato però durò solo una settimana poiché a metà febbraio lasciò il posto.
Perché Pannella decise di proporre candidati apertamente gay? Lo spiegano Emma Bonino e Angelo Pezzana nella nuova puntata del podcast di Le Radici dell’Orgoglio. Bonino spiega che l’intenzione di Pannella, condivisa poi da tutti i radicali, era quella di dare visibilità alle persone omosessuali. La politica, in quel preciso periodo, stava iniziando a discutere di tematiche sessuali e identitarie, era necessario avere qualche attivista all’interno. Lo conferma anche Pezzana, il quale parla del 1976 come l’anno in cui l’omosessualità guadagna un’identità e una dignità politica.
Riviste e radio: continua la visibilità del movimento gay
Dai primi anni, il FUORI era cambiato, sopratutto dopo l’unione con i Radicali. Per questo motivo, nacque una nuova rivista, più leggera che parlava di attualità: Lambda. Diretta da Felix Cossolo, era una lettura meno politica rispetto al FUORI, con il quale si crearono anche dei conflitti tra Cossolo e Pezzana. A seguito dello scontro (nato sembra dall’outing a Pannella pubblicato sul FUORI), Lambda divenne l’organo del movimento gay che non si riconosceva più nelle posizioni dei Radicali.
Il 1976 è anche l’anno delle radio. Canale 96 è una delle più famose, nata a Milano con Luigi Cannillo e Claudio Trotta. Alle trasmissioni politiche, di informazione, culturali e sociali, si inserirono rubriche a tematica omosessuale. Fu la prima radio ad aprire rubriche sui diritti civili, fattore che mise in pericolo gli attivisti coinvolti: non era raro essere aggrediti da gruppi fascisti.
Spettacoli e locali
La politicizzazione del FUORI portò alla nascita di diversi collettivi, come quello di Mario Mieli.
Massimo Consoli a Roma aprì invece OMPO’s. Un’esperienza entusiasmante, disse lo stesso Consoli, che stava iniziando a espandersi e diventare celebre nella città capitolina.
I suoi spettacoli erano amati dal pubblico, anche eterosessuale. Ma se da un lato lo spettacolo era un successo, dall’altro era un problema. Ad esempio, la commedia “Anche i fr*ci vanno in Paradiso!” rischiava di non essere pubblicizzato, a causa della parola fr*cio, considerata una parolaccia. Solo l’insistenza di Consoli portò a un compromesso, modificando leggermente il titolo: anziché il punto esclamativo, il titolo sarebbe diventato una domanda.
La musica cambiò in generale. Le canzoni di Sanremo 1976 trattavano più apertamente la sessualità, mentre i Pooh parlarono di omosessualità in una loro canzone, Pierre. Ivan Cattaneo fu uno dei primi cantanti gay, che era considerato un personaggio raro per l’epoca.
E iniziarono a nascere anche i primi locali. Sempre nel 1976 venne aperto a Roma il locale Alibi. Era un grande spazio su due piani, mentre al piano terra c’era la discoteca, al piano superiore c’era un teatro. Fu qui che vennero organizzati alcuni spettacoli, in particolare “Zucchero”, di Pino Pellegrino e la sua compagnia. Il locale divenne gay (o misto) senza alcun intervento da parte dei gestori. Lo spettacolo di Pellegrino attrasse un pubblico per lo più omosessuale, che dopo si spostava nella discoteca sottostante a ballare. In questo modo, l’Alibi divenne un dei primi locali gay di Roma.
L’Alibi ospitò anche “Le Sorelle Bandiera”, ovvero Tito LeDuc (bionda), Mauro Bronchi (mora), Neil Hansen (rossa). Quest’ultimo, ha raccontato che proprio all’Alibi il trio venne notato da Renzo Arbore, che le invitò a realizzare la sigla della sua trasmissione della domenica, “l’Altra Domenica”. Se fino a pochi anni prima vedere tre uomini travestiti in televisione avrebbe creato scalpore, la sigla non solo non portò nessuna critica, ma era amata dal pubblico.
Ascolta “Le Radici dell’Orgoglio Ep.#8 – Prove tecniche di visibilità (1976-1977)” su Spreaker.