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Promesse – Bryan Washington
Mike e Ben vivono a Houston. Stanno insieme da quattro anni, ma da qualche tempo fanno fatica a riconoscersi. Parlano poco, fanno poco l’amore e non si ritrovano più l’uno nell’altro. Mike ha origini giapponesi e fa il cuoco. Ben è afroamericano e lavora come maestro. Sono molto diversi, lo sono sempre stati: diversi tra di loro e, insieme, diversi da tutti gli altri. Una coppia mista in una terra di bianchi. Una coppia queer in un’America profondamente eteronormata. Comincia da qui Promesse (NN Editore), il romanzo del giovane scrittore afroamericano Bryan Washington. Una voce, la sua, capace di ribaltare le prospettive e di portare al centro della narrazione ciò che è sempre rimasto ai margini del Grande Romanzo Americano bianco cishet e borghese. Uno sguardo lirico ed essenziale che racconta le distanze, le crepe, le asimmetrie nazionali e relazionali.
Così succede anche in Promesse, quando Mike capisce che deve partire. Suo padre sta morendo e vuole raggiungerlo in Giappone. Settimane intere a undici mila chilometri di distanza. Sono distanti per davvero questa volta, Mike e Ben. Eppure, dopo tanto, vicini a se stessi, al proprio passato. Con una lingua nuova, impastata di carne e silenzi, di fiati, di spezie, di saliva e di dialetto, Washington scrive uno dei romanzi più onesti che siano mai stati scritti a proposito di relazioni gay e di accettazione.
Le Cattive – Camila Sosa Villada
E se parliamo di onestà e di narrazioni che scardinano le gerarchie, allora, come un fascio di luce, mi viene alla mente un romanzo magico e importantissimo: Le cattive di Camila Sosa Villada (lo avevamo già citato qui), pubblicato qualche mese fa da SUR. La protagonista, come l’autrice, è una donna transessuale. Ha meno di vent’anni, quando, come l’autrice, la notte esce di casa e si prostituisce al Parco Sarmiento di Córdoba. Insieme a lei, una genealogia intera di donne transessuali, che, mentre tutti dormono, aprono le porte e consegnano al mondo la primavera. Come una cosa proibita, regalano il piacere e poi scompaiono. Vivono sul ciglio della strada e al ciglio della società. E allora, di giorno, quando il mondo fa finta di non vederle, abitano tutte insieme al sicuro tra le pareti di una casa rosa.
Insieme, una accanto all’altra come cellule di uno stesso organismo, crescono un figlio e ridefiniscono il concetto di famiglia. Tutte insieme, al cospetto di Zia Encarna, la matriarca, madre di tutte le madri, reinventano il mondo. Sosa Villada unisce la ferocia dell’iperrealismo al realismo magico d’impronta sudamericana e confeziona un romanzo che è un gioiello e una speranza.
Le transizioni – Pajtim Statovci
Bujar è natə a Tirana, terra dilaniata e sofferente, «discarica d’Europa». È natə in un corpo di maschio, eppure capisce presto di voler rifuggire il sesso e i generi, i nomi, il cognome, l’etnia e l’identità. Bujar è Bujar, ma è anche Tanja, anche Ariana. Maschio, femmina, l’uno e l’altro, tutto e niente. Le transizioni (Sellerio) è il romanzo efferato e poetico sul transitare inarrestabile e senza meta. Tra le mani di Pajtim Statovci, il transito non è passaggio, ma il fine ultimo, la meta effettiva. Il tentativo di dire addio all’identità, di uscire dalla propria pelle senza rientrarci mai.
Ma è davvero possibile essere al di fuori degli schemi, vivere ed esistere senza identità? È davvero possibile rifiutarsi al punto di volersi partorire ogni giorno nuovə? «Nessuno è tenuto a rimanere la persona che è nata, possiamo ricomporci come un nuovo puzzle» dice Bujar e per farlo è prontə a tutto. Statovci racconta una vicenda che disturba, concilia e sposta lo sguardo un po’ più in là. Avete presente il Ripley del film di Minghella? Ecco, qui c’è unə personaggiə che gli somiglia e che addirittura – se possibile – lo supera in fascino e fangosità.
Ballo di famiglia – David Leavitt
È il 1984 e David Leavitt ha solo 23 anni quando nelle librerie d’America e del mondo compare per la prima volta Ballo di Famiglia. In Italia, è Mondadori a tradurre e pubblicare in un’edizione nera e lucida i nove racconti che compongono la raccolta. A distanza di quasi quarant’anni da quella prima edizione, qualche mese fa, la casa editrice milanese SEM ha ripubblicato l’opera con la nuova traduzione, fresca e vibrante, di Fabio Cremonesi. Quando i racconti di Leavitt appaiono sugli scaffali, consacrandolo al suo esordio come voce di spicco della letteratura gay, la comunità LGBT+ sta vivendo una delle parentesi più cupe della sua storia. L’AIDS dilaga e con lui lo stigma, la cattiva informazione, l’acuirsi di una discriminazione già feroce. Eppure, Ballo di Famiglia sceglie un’altra strada, si impegna a raccontare un mondo gay più pacificato, se non totalmente in pace, almeno vivo, vivace, deciso a restare.
Sono storie di famiglia, quelle raccontate in questa raccolta, di perdite e riconciliazioni, di coming out e di cambiamenti. Di un mondo che stava cambiando per sempre e che poi, in effetti, è cambiato davvero.
Queer. Una storia per immagini – Meg John Barker, Jules Scheele
La storia di un movimento, di un’epoca intera raccontata attraverso la lente del fumetto. Questo fa Queer. Una storia per immagini di Meg John Barker e Jules Scheele (Fandango): racconta gli snodi centrali dell’epopea queer e cerca di tenerne insieme le contraddizioni e i pensieri plurali, tutte le istanze, spesso apparentemente inconciliabili, e le diverse immagini. Tra cultura pop e ricerca accademica, tradizione camp e attivismo militante, il mondo LGBT+ è colorato e multiforme, tentacolare e metamorfico. Il testo di Barker e Scheele, perfetto per un pubblico teen, sunteggia e cristallizza l’animo – gli animi, anzi – di un’intera comunità e guida alla scoperta di una storia, di un’archeologia e di un passato che non abbiamo ancora esplorato del tutto.
È la nostra storia, la storia dei nostri corpi. La storia di chi è passato prima di noi e che, prima di noi, ha lottato e costruito, amato, scavato, scritto e cantato. La storia di un movimento, di un mondo intero.
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