Lo scorso aprile Alexandra Skochilenko, artista e attivista russa, è stata arrestata a San Pietroburgo. Il motivo? Lasciava messaggi pacifisti nei supermercati, accanto ai cartellini dei prezzi, scrivendo quel che sta accadendo in Ucraina, puntualmente taciuto dalle tv e dai quotidiani controllati da Vladimir Putin.
“L’esercito russo ha bombardato un teatro a Mariupol dove avevano trovato rifugio 400 persone“, si leggeva in un bigliettino. “Le truppe russe hanno impedito a 14 camion carichi di aiuti umanitari di entrare nella regione di Kherson, i civili hanno bisogno di acqua e cibo“, aveva scritto in un altro.
Dopo 9 mesi Alexandra è ancora in carcere, come denunciato al Corriere della Sera dalla sua compagna Sonia. “Ha subìto abusi fisici e sessuali, è stata molestata, sta male, soffre di problemi fisici. Soffre di gravi soffi al cuore. Inoltre dopo l’arresto le hanno diagnosticato una grave depressione e stress post traumatico. È affetta anche da un’altra malattia: la celiachia. Questa condizione richiede una dieta specifica senza glutine, altrimenti corre il rischio di sviluppare insufficienze organiche e malattie oncologiche“.
Skochilenko era stata fermata e arrestata in violazione delle norme volute dal Cremlino “contro le fake news”. Questo perché l’invasione russa dell’Ucraina deve essere definita in patria “operazione militare speciale”, e non guerra. Alexandra è stata accusata di aver “screditato le forze armate della Russia” e ora rischia fino a dieci anni di carcere, oltre ad una multa di almeno 33 mila euro. Amnesty International ha chiesto la sua scarcerazione: “Se condannata, Aleksandra rischia fino a 10 anni di carcere. Chiediamo alle autorità russe l’immediata scarcerazione, tutte le accuse devono essere ritirate. Le sue condizioni di salute destano molta preoccupazione“, ha tuonato il portavoce di Amnesty International Italia Riccardo Noury.
Sonia non parla con l’amata dal momento in cui è stata arrestata. “Io e lei vivevamo insieme prima del suo arresto e per questo motivo mi hanno nominata testimone in questo caso. Ciò è stato un ulteriore pretesto per mettere sotto pressione Sasha. A causa del mio status di testimone, non posso fissare un appuntamento con lei, non ci possiamo telefonare. Posso vederla solo in tribunale per qualche secondo, solo quando sono fuori nell’atrio, perché essendo testimone non posso nemmeno assistere ai processi, non posso nemmeno vedere come viene processata una persona a me così cara. L’intera faccenda è legata a chi fa politica, il chiaro intento è quello di spaventare la gente“.
Il sogno di entrambe è quello di potersi sposare, un giorno, se non fosse che “nel nostro Paese il matrimonio tra due donne non è permesso”, anche al cospetto della Corte Europea dei diritti dell’Uomo che ha imposto alla Russia di riconoscere le unioni tra persone dello stesso sesso.
In una lettera inviata dal carcere, Alexandra, da tempo impegnata nel mondo dell’arte, della musica e del disegno, ha scritto: “Se mai dovessero liberarmi, cosa che mi sembra piuttosto impossibile, vorrei abbracciare la mia ragazza, accarezzare i miei gatti e, ovviamente, suonare”.
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