Nel giorno del Transgender Day of Remembrance, giornata internazionale per commemorare le vittime della transfobia, è FanPage a raccontare la storia di Anna, 52enne donna trans di Bologna, letteralmente licenziata una volta tornata a lavorare dopo essersi sottoposta all’intervento per il cambio di sesso a Bangkok. Responsabile logistica presso un’azienda specializzata nel settore elettro-medicale, Anna si è trovata la lettera di licenziamento sulla scrivania una volta concluso il proprio percorso di transizione.
“In separata sede mi è stato detto che, per via della mia scelta di cambiare sesso, non potevo più rappresentare l’azienda“, ha amaramente confidato. “Nonostante il motivo fosse per riduzione di personale, era palese che alla fine hanno licenziato me e un’altra persona che andava in pensione. Avrei potuto impugnare il licenziamento ma ho pensato che l’ambiente non sarebbe più stato quello di prima. La mia azienda in quel periodo era in vendita ed era stata comprata da una multinazionale“.
Disoccupata e in cerca di lavoro, Anna non vuole dare forza allo stereotipo sulle donne trans, che troppo spesso vengono associate unicamente alla prostituzione. “Non che io voglia giudicare o discriminare le persone che scelgono di fare quel tipo di mestiere, sicuramente non è quello che voglio fare io e non voglio neanche essere percepita così“. Anna, che fa parte del Gruppo Trans APS, attivo a Bologna, guarda ora con fiducia al DDL Zan, che se definitivamente approvato andrebbe a colpire anche la transfobia. “Le discriminazioni in Italia sono ancora molto forti e pesanti, non trovo giusto che in quanto persone LGBT non ci sia tutela su tutti gli aspetti della vita“.
Lo stesso deputato Pd, nel condividere la storia di Anna sui social, ha ribadito come una “legge che tuteli tutte e tutti è necessaria: per la dignità di ogni essere umano“.
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