Ben Schilaty è un mormone gay di 37 anni. Lavora come amministratore alla BUY, un’università di proprietà della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni (LDS), ovvero la chiesa mormona. Questa università è stata più volte criticata per la sua posizione anti-LGBT, poiché si rischiava l’espulsione se si dichiarava pubblicamente di essere omosessuali.
Difatti, l’intera chiesa mormona è fortemente contraria all’omosessualità. E il disagio di Ben Schilaty arriva proprio da questo atteggiamento omofobo. L’uomo si è trovato a “dover convivere” con due parti di sé: l’essere gay e l’essere un mormone.
Essere un mormone gay: è possibile?
Conscio di cosa prevedeva la sua fede, Ben ha raccontato che sapeva che non sarebbe mai potuto vivere come mormone gay. Non ne era tanto angosciato, però, perché supponeva fosse una fase, che prima o poi sarebbe passata. Dalle scuole medie, quando iniziò a sentire attrazione per gli altri ragazzi, la fase continuò anche alle superiori, tenendosi dentro la verità.
Quando ha fatto coming out con i genitori, invece, non è stato difficile, come già sapeva. A differenza di altri genitori (religioso o meno), per il padre e la madre avere un figlio gay mormone non era un problema, anche se il padre gli avrebbe detto “Beh, probabilmente faresti meglio ad essere single, perché essere sposati è difficile“.
Nel frattempo, la “fase” di Ben non passava. Dopo le missioni religiose in Messico, il passare degli anni, continuava la sua vita reprimendosi, senza avere nessun tipo di rapporto con altri uomini.
A 30 anni, si era innamorato di un ragazzo, che ricambiava anche il suo amore. Ma la sua fede era troppo forte: ha rinunciato all’amore, rimanendo solo in amicizia con l’uomo. Ma naturalmente, la tentazione era troppo forte, e anche la semplice amicizia finì.
Ha raccontato tutto in un libro, “A Walk in My Shoes: Domande che mi vengono poste spesso in qualità di Gay Latter-Day Saint“.
Cosa poteva fare Ben?
Ben ora si trovava davanti a una scelta: vivere come mormone gay ma senza avere mai rapporti con un uomo, oppure lasciare la chiesa.
Mi rendo conto che questa è la mia storia, non è la storia di tutti, ma è quello che personalmente mi sono sentito obbligato a fare.
Ben sceglie la fede. Sceglie di reprimere i suoi veri sentimenti. Sceglie di vivere senza provare l’amore.
Ero terrorizzato dal fatto che qualsiasi piccola cosa che potessi fare potesse essere definita come ‘agire di conseguenza’ e mi avrebbe “squalificato” dall’essere nel giusto. Recitare era una linea ferma, e se avessi superato quella linea, sarei stato fuori.
Ben ha potuto mantenere il suo lavoro all’Università BYU solo perché nel 2020 il regolamento ha eliminato la possibilità di essere espulsi se omosessuali. Ma si può fingere di essere una persona diversa per sempre?
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