Un bacio, come qualsiasi coppia che si ama farebbe. Ma loro sono due gay e il luogo è una villa comunale e tanto basta a scatenare le ire del custode che ha costretto i due ragazzi ad allontanarsi. L’episodio risale allo scorso 18 luglio, ma a renderlo noto è stato ieri il collettivo lgbt WAND di Benevento. “Due omosessuali non si possono baciare in Villa, perché potrebbero passare bambini” avrebbe motivato il custode della villa, allontanando la coppia.
“E’ noto a tutti coloro che la frequentano (la villa comunale di Benevento, ndr) o che l’hanno occasionalmente visitata – scrive in una lettera alla stampa locale il collettivo – che la Villa è meta di numerose coppiette, che, approfittando della relativa intimità offerta dalle panchine, si appartano per scambiarsi baci o effusioni. E’ noto anche che c’è chi non si limita alle sole effusioni ma si spinge ben oltre, eppure questa situazione è sempre stata tollerata e accettata dai custodi della Villa. Non abbiamo notizie di coppiette che siano state cacciate perché in atteggiamenti compromettenti. I due ragazzi in questione inoltre non erano andati oltre il bacio, consapevoli di essere in un luogo pubblico”.
“Cosa c’è di più indecente in un bacio omosessuale rispetto ad uno eterosessuale – chiede il collettivo WAND -? Perché agli eterosessuali è consentito manifestare il proprio amore in pubblico, mentre agli omosessuali viene continuamente ripetuto che è vergognoso, che devono evitare di essere visti, soprattutto se ci sono in giro bambini?”. Ricorda nulla?
E sull’episodio oggi interviene il sindaco di Benevento Fausto Pepe, che ha delegato l’assessore all’Ambiente Enrico Castiello ad aprire un’indagine sull’accaduto e non esclude che vengano intraprese “eventuali iniziative da assumere affinché tali episodi non abbiano mai più a verificarsi, in particolar modo nelle strutture comunali”. Secondo quanto riporta la stampa locale, l’assessore ha espresso, a nome del sindaco e della Giunta, solidarietà e vicinanza, non solo ai ragazzi protagonisti dell’episodio, ma anche “a tutti coloro che si sono sentiti lesi, per quanto si sarebbe verificato nella struttura pubblica”.
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