A 10 anni esatti dalla sua morte, avvenuta il 7 settembre del 2010, Marcella Di Folco verrà omaggiata dalla ‘sua’ Bologna, che diverrà così prima città d’Italia ad avere un’intera via intestata a una persona transessuale. A darne l’alluncio il sindaco Virginio Merola, che ha fatto sua la battaglia portata avanti da Cathy La Torre, affinché intitolasse un luogo al “più grande monumento della storia trans italiana”.
“Questo è sicuramente il momento giusto per procedere, sarà un altro modo per confermare quanto la nostra città sia all’avanguardia nella storia dei diritti, che sono stati conquistati attraverso l’impegno di persone come lei“, ha detto il primo cittadino a LaRepubblica“.
La storia di Marcella inizia in un quartiere di Roma nel 1943 e prosegue in una lunga ricerca che la porterà a diventare pienamente donna nel 1980, dopo un intervento chirurgico a Casablanca, perché all’epoca in Italia il cambio di sesso era ancora illegale. Marcella ha attraversato la storia d’Italia nelle sue contraddizioni: dall’infanzia complicata, all’esplosione del ’68 visto attraverso la “rivoluzione giovanile” del Piper, dalla Dolce Vita a via Veneto, a Cinecittà e ai grandi registi, Fellini, Rossellini, Zeffirelli, Petri, che la vollero nei loro film. Poi le notti romane, fino alla scelta tanto desiderata e voluta del cambiamento di sesso, l’arrivo a Bologna, la prostituzione, la militanza politica e le battaglie civili alla guida del MIT, il Movimento Italiano Transessuali. Eletta consigliera a Bologna nel 1990, la Di Folco ottenne nel 2000 l’istituzione della Commissione “Diritti per l’identità di genere“, da parte della ministra per le pari opportunità Katia Bellillo.
Cathy La Torre, via social, ha così festeggiato la lieta notizia: “Otto anni fai il Consiglio comunale di Bologna, lo stesso in cui Marcella Di Folco sedette diventando la prima persona trans al mondo a ricoprire una carica elettiva, accolse l’ordine del giorno che presentai assieme a Sergio Lo Giudice. Un ordine del giorno che chiedeva di intitolare una via a Marcella una volta trascorsi – come da regolamento – dieci anni dalla sua scomparsa. Ieri, con una lettera appello, ho ricordato al sindaco Virginio Merola quell’impegno preso nel 2012. E questa mattina, rispondendo a quelle mie poche righe, il primo cittadino ha confermato che sì, quella via si farà. Per questo voglio ringraziare lui, Sergio Lo Giudice il Consiglio comunale di allora e tutta la città di Bologna che ancora una volta si dimostra baluardo di eguaglianza e diritti pieni e assoluti. Ma questo pezzo di storia non è merito di una persona. O due. O tre. E’ il frutto di una lotta che va avanti da decenni, è il risultato di un lavoro che protagoniste della storia come Sylvia Rivera (la sola a cui sia stata intitolata un angolo di strada di New York) e Marcella Di Folco hanno realizzato, illuminando il buio e la marginalizzazione in cui troppe persone trans ancora vivono. Questa vittoria è la loro vittoria. E’ la vittoria di Marcella. Che ancora oggi, a dieci anni dalla sua scomparsa, scrive pagine di storia. Una storia che, a Bologna, porterà per sempre il suo nome. Ciao Marcella, ti ho amata come una madre. Sono certa che lassù si senta una di quelle tue sonore risate“.
Lo scorso anno Bianca Berlinguer, sua grande amica, ha pubblicato Storia di Marcella che fu Marcello, edito da La nave di Teseo, confessione che la stessa Di Folco affidò alla giornalista Rai prima di morire.
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