31enne cestista statunitense, assoluta stella della Women’s National Basketball Association (WNBA), Brittney Griner è da oltre 100 giorni rinchiusa in una prigione russa, con l’accusa di possedere cartucce per un vaporizzatore con olio di hashish, derivato della cannabis. È stata fermata all’aeroporto e accusata di trasporto su larga scala di droga. I 100 giorni di prigionia sono caduti il 28 maggio. Volto dei Phoenix Mercury, Griner è stata arrestata il 17 febbraio scorso, dopo aver giocato con la squadra di Mosca UMMC Ekaterinburg. Tra un break e l’altro nel campionato USA, Brittney ha infatti giocato a basket professionistico in Russia negli ultimi sette anni.
Il servizio doganale russo ha affermato che è stato aperto un procedimento penale e che Griner potrebbe rischiare fino a 10 anni di carcere, se condannata. Molti analisti sottolineano come Brittney possa vergognosamente diventare una sorta di ‘vendetta’ putiniana nei confronti dell’America di Joe Biden, che da mesi invia denaro e armi all’Ucraina. Evelyn Farkas, ex funzionario del Pentagono, l’ha detto chiaramente: “è un ostaggio di alto profilo“. Secondo Farkas, la Russia potrebbe chiedere uno “scambio di prigionieri”, o usarla per ricattare gli Stati Uniti.
L’8 marzo scorso i media russi hanno diffuso un’immagine della cestista, due volte medaglia d’oro olimpica con la nazionale a stelle e strisce, con in mano un foglio di carta. L’amministrazione Biden ha più volte ribadito come Griner sia “detenuta ingiustamente”. Sheila Jackson Lee, deputata del Texas, ne ha chiesto l’immediato rilascio: “Sappiamo che c’erano alcuni problemi con le cartucce del vaporizzatore e altri oggetti, ma… Brittney Griner è cittadina degli Stati Uniti, era ospite in Russia”.
I Phoenix Mercury, squadra americana di Griner, hanno affermato che stanno “monitorando da vicino” la situazione: “Amiamo e supportiamo Brittney e in questo momento la nostra principale preoccupazione è la sua sicurezza, la sua salute fisica e mentale e il suo ritorno a casa sicuro”.
Più di una dozzina di giocatrici della WNBA hanno giocato in Russia e Ucraina, questo inverno. La WNBA ha confermato che tutti le giocatrici, tranne Griner, hanno lasciato entrambi i Paesi. Jason Rezaian, giornalista iraniano-americano detenuto nella prigione iraniana di Evin dal 2014 al 2016, ha confrontato il suo caso a quello di Brittney: “Le presunte accuse contro di me non erano basate su nulla di simile alla realtà, vennero usate per perpetuare una narrazione sul motivo per cui ero trattenuto”. Via CNN, Rezaian ha suggerito l’ipotesi che Griner potrebbe restare in carcere per un lungo periodo di tempo. Un funzionario dell’ambasciata statunitense a Mosca ha precisato che Brittney è in “buone condizioni“.
Cherelle Griner, moglie di Griner, ha chiesto a Joe Biden di “portare a casa BG“, in un post Instagram pubblicato dopo 100 giorni di detenzione. Il 13 maggio scorso Alexander Boykov, avvocato di Brittney, ha affermato che la sua custodia cautelare in Russia è stata prorogata di un mese. Una breve proroga che dovrebbe suggerire l’imminente giudizio. La WNBA ha reso omaggio a Griner attraverso installazioni su tutti i parquet di tutti i campi, con le iniziali della giocatrice e il numero di maglia, il 42.
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