È della scorsa settimana la notizia che Amir Ohana, fedelissimo del neo premier Netanyahu, è diventato lo speaker della Knesset, il parlamento israeliano. Si tratta di un passo storico, se non altro per il fatto che Ohana è il primo membro apertamente gay della Knesset a ricoprire un ruolo così importante.
La sua elezione, avvenuta negli ultimi giorni di dicembre, ha alimentato non poche critiche. Intanto, come Presidente del parlamento ha il compito di seguire e dirigere i lavori parlamentari: peccato che gli sia stato imposto di non partecipare a quelle sedute che trattano di questioni LGBTQIA+, troppo vicine a lui. Ma a parte la sua richiesta di partecipare comunque alle votazioni – non ancora accolta –, la sua carica si trova esattamente al centro di un bivio che riguarda tutta la politica d’Israele.
Se da un lato il Paese sta adottando linee sempre più progressiste in termini di diritti civili, come l’adozione da parte delle coppie omogenitoriali e il divieto alle terapie di conversione, dall’altro il Ludik, il partito a cui appartengono sia Netanyahu che Ohana, sta mostrando una preoccupante virata verso l’estrema destra. A questo, inoltre, si aggiungono le frange più conservatrici che compongono tanto il parlamento quanto la popolazione ebraica in Israele e nel mondo.
Sono queste parti più tradizionaliste che hanno apertamente espresso il loro discontento per l’elezione di Amir Ohana, non vedendo di buon occhio la presenza di un uomo dichiaratamente gay tra le cariche dello Stato. Tra le critiche più feroci c’è stata quella di Meir Mazoz, rabbino haredi che notoriamente intrattiene stretti legami con il ministro della sicurezza nazionale Itamar Ben-Gvir e il ministro dell’Interno Arye Deri.
Mazoz è noto per essersi accanito in passato contro la comunità LGBTQIA+ israeliana. Durante il Pride Month aveva definito la marcia tenutasi a Gerusalemme come la “marcia delle bestie”, definendola come una dimostrazione di animali che camminano su due zampe e consigliando alla popolazione di chiudersi in casa con le tapparelle abbassate quando sarebbe passata. A seguito dell’elezione di Ohana, Mazoz ha affermato che il parlamentare è affetto da una malattia.
Anche Shlomo Moshe Amar, ex Capo Rabbino d’Israele ultra-Ortodosso, si è opposto alla sua elezione, definendola una vergogna per il Paese.
מתקפה על יו”ר הכנסת
רב חרדי בכיר נגד אוחנה: “השר האחראי על האסון במירון – ‘נגוע במחלה'” | יקי אדמקר @YakiAdamker https://t.co/O1vp3DliqT pic.twitter.com/0IRmTbV86C— וואלה! (@WallaNews) December 31, 2022
Fortunatamente, però, non tutti sono così contrari alla presenza di Ohana come speaker della Knesset e, più in generale, alla comunità LGBTQIA+. È infatti arrivato anche il commento di Ephraim Mirvis, Capo Rabbino del Regno Unito conosciuto nella comunità ebraica per le sue posizioni estremamente liberali. Nel 2020 Mirvis ha pubblicato un opuscolo che è diventato la prima guida per i rabbini ortodossi su come trattare le questioni LGBT in merito alla religione:
«Ho scritto dal punto di vista della Torah esattamente come dovremmo trattare situazioni così difficili e come guidare i giovani nelle nostre comunità da un punto di vista halachico nelle nostre scuole, con un cuore aperto e connesso a ciascuno e a tutti – In modo che ognuno di loro si sentirà parte del mondo religioso dell’ebraismo»
In merito all’elezione di Amir Ohana Mirvis, che quest’anno riceverà il titolo di cavaliere dal re Carlo III, ha affermato che anche le persone queer devono essere amate e rispettate secondo i principi della Torah: «Ama il tuo prossimo come te stesso, io sono Hashem (Dio, ndr). Il rabbino Akiva ha detto di questa mitzvah: questo è un grande principio nella Torah».
Anche Ohana, quindi, è stato creato a immagine di Hashem e «questo è il modo in cui dobbiamo guardare ognuno di loro», ha concluso Mirvis.
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