Nasce in Toscana Casa Marcella, casa rifugio per persone trans* e non binarie. Il progetto vedrà finalmente la luce grazie a una raccolta fondi su “Produzioni dal basso” e a un’importante donazione di Fondazione Marcelo Burlon, da sempre attenta alle realtà che lottano per i diritti della comunità lgbtqia+.
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Sono diverse, in Italia, le case rifugio nate con lo scopo di accogliere chi è stato cacciato di casa a causa del proprio orientamento sessuale. Pietro Turano, portavoce di refuge lgbt, in un’intervista ci aveva spiegato quanto fosse complesso gestirne una e abbattere l’isolamento che spesso insidia l’efficacia del loro lavoro.
Casa Marcella è la prima sul territorio nazionale a dedicarsi interamente alle persone trans* e non binarie, offrendo percorsi di supporto psicologico, accompagnamento sanitario e professionale specifici per le loro esigenze. La casa rifugio potrà ospitare 6 persone, con un margine di 2 in caso di emergenza.
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L’appartamento in cui è collocata la casa rifugio, era già stato messo a disposizione per il progetto, ma mancava il denaro per la ristrutturazione. I 40.000€, fissati come soglia del crowdfunding, sono stati raggiunti in pochi mesi anche grazie ad iniziative di enorme impatto come un concerto di beneficenza dell’artista e performer Arca, organizzato lo scorso 27 settembre.
Il nome della casa rifugio è dedicato alla memoria di Marcella Di Folco, storica presidente del Movimento Identità Trans, scomparsa nel 2010.
La tradizione delle case rifugio ha radici profonde e di lotta, la prima fu creata a New York da Sylvia Rivera e Marsha P. Johnson – protagoniste delle rivolte di Stonewall del 1969. Mentre negli Stati Uniti sono numerose e istituzionalizzate, in Italia mancano delle tutele sul piano nazionale che consentano alle case rifugio di svolgere il proprio lavoro con efficacia e sicurezza.
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