ROMA – Alla ricerca del suo uomo Myriam parte da Buenos Aires e giunge a Parigi. E scopre che il suo Pablo ora si chiama Concha, donna tanto bella da meritare l’appellativo di Bonita. E Myriam non è giunta da sola: ha con sé Dolly, la figlia nata dalla relazione avuta con il giovane Pablo, smaniosa di incontrare il padre.
Nella scorsa stagione teatrale è stato un grande successo di pubblico e di critica prima a Parigi poi in tutta la Francia e nei festival europei più prestigiosi: adesso arriva in Italia, nella nuova versione italiana di Cerami & Piovani, Concha Bonita, il musical di Nicola Piovani e Alfredo Arias.
Concha Bonita, ha debuttato a Roma il 2 febbraio scorso al Teatro Ambra Jovinelli dopo una serie di anteprime nelle città di Fabriano, La Spezia e Orvieto. Rimarrà in cartellone fino al 27 febbraio prossimo. Si tratta di uno spettacolo musicale di ispirazione europea, ma con forti radici sudamericane.
La storiaLa commedia racconta la storia di Concha Bonita (Catherine Ringer, leader dell’eclettico gruppo rock “Les Rita Mitsouko”), un transessuale di origini argentine, trapiantato a Parigi. Concha riceve la visita inaspettata di Myriam (Alejandra Radano), sua antica compagna e della loro figlia Dolly (Sibilla Malara), di cui scopre solo ora l’esistenza. Questa incursione del passato nella sua vita la sconvolgerà. Inizialmente pensa di ritrovare la sua identità maschile, ma il tentativo si rivela completamente irrealizzabile. Sua figlia Dolly non capisce che lei è suo padre, ma ci si affeziona a tal punto da convincerla a rinunciare alle sue maniere stravaganti e a ritrovare una femminilità più profonda, più autentica, meno caricaturale. Dal canto suo la giovane ragazza, seguendo colei che pensa essere sua zia, scopre una forma di libertà e fantasia. Myriam, la ex compagna di Concha, è stupefatta del cambiamento di chi resta per lei Pablo, calciatore virile dal quale non si sarebbe mai aspettata un simile cambiamento.
Attorno a questo trio si muovono da un lato gli amici di Concha: Carlo (Gennaro Cannavacciuolo) – il suo parrucchiere, curatore della sua immagine – e Raimundo (Raffaele Latagliata) – il suo segretario e confidente – che si innamora subito di Myriam che, così, ricostruisce la coppia un tempo formata con Pablo. Dall’altro lato due figure oniriche accompagnano gli avvenimenti: il fantasma di Pablo (Gianfranco Vergoni) e una divinità irreale, star delle star, Evaavabette (Gabriella Zanchi), icona di tutti gli ideali femminili, modello e guida di Concha.
Il progettoL’idea di costruire uno spettacolo intorno al favoloso destino di Concha Bonita era da tempo nei progetti di Alfredo Arias e ha trovato la sua genesi iniziale con la messa in scena “en travesti” de Le serve di Jean Genet. Ma per la realizzazione di Concha Bonita, è stato determinante l’incontro con il compositore premio Oscar Nicola Piovani e la sua adesione al progetto.
Ne è nato uno spettacolo insolito, sospeso a metà tra la fiaba e la commedia, sulla scia di un concerto recitato, che individua un percorso musicale variegato: dal rock al tango, dal melodramma alla rumba, dalla zarzuela al mambo. Un felice connubio, dunque, che ha permesso al regista, attraverso il ricorso a stilemi semplici e popolari, tipici della commedia musicale, le variazioni su un argomento per sua natura delicato e sempre rischioso nel trasporto in scena, quale la sessualità, le sue possibili dinamiche di trasformazione e le implicazioni conseguenti dell’essere padre o madre.
Concha Bonita o Priscilla?Lo spettacolo è in puro stile di Broadway ed è una festa per gli occhi e per le orecchie. I costumi sono fantasmagorici, come anche interessante è la scenografia, con due scalinate ai lati del palcoscenico che incorniciano e al tempo stesso ampliano lo spazio. Le musiche di Piovani sono accattivanti e coinvolgenti, rese ancora più intense dagli straordinari solisti dell’Orchestra Aracoeli, presenti sul palcoscenico.
A ben guardare, però, sorge la domanda se Concha Bonita sia una sorta di trasposizione di Priscilla, la regina del deserto. In entrambi c’è il viaggio (in Priscilla attraverso l’Australia, in Concha attraverso l’oceano) con tutti i risvolti psicologici di ricerca interiore che esso comporta; in entrambi c’è la presenza di un* figli* che è ben liet* di avere un papà-mammà; in entrambi c’è un gruppo di tre persone, molto affiatate che, in un certo senso, si costruiscono le loro personalità a vicenda; in entrambi c’è una raffinatezza di costumi non indifferente. Entrambe lanciano uno strepitoso messaggio: non avere paura a guardarsi dentro, perché – come dice Arias – «possiamo spingerci fino in fondo alle nostre fantasie, senza creare catastrofi nella vita di nessuno, trovando nuove strade per gli affetti e rispettando l’innocenza degli altri».
CONCHA BONITA
Commedia fantastica in musica
Libretto: Alfredo Arias e René De Ceccatty
Versione italiana: Cerami & Piovani
Musica di Nicola Piovani
Regia di Alfredo Arias
Con Gennaro Cannavacciuolo, Raffaele Latagliata, Sibilla Malara, Alejandra Radano, Catherine Ringer, Gianfranco Vergoni, Gabriella Zanchi e l’Orchestra Aracoeli
Teatro Ambra Jovinelli
Dal 2 al 27 febbraio 2005
Via Guglielmo Pepe, 43-47
Biglietti da 15,00 a 28,00
Dal martedì a sabato ore 21.00, domenica ore 17.00
Info 0644340262
www.ambrajovinelli.it
di Roberto Russo
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