Il 2021 verrà ricordato anche per due coming out ‘politici’. Quello di Barbara Masini, senatrice di Forza Italia, e quello più recente di Vincenzo Spadafora, ex ministro per le politiche giovanili e lo sport nel Governo Conte II, e ancor prima Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri nel Governo Conte I.
Gli ultimi coming out politici di una assai poco lunga serie, perché dal 18 aprile 1948, prime elezioni repubblicane italiane, ad oggi, sono poco più di una dozzina i parlamentari/ministri dichiaratamente gay della storia repubblicana. Su quanti? Migliaia e migliaia di onorevoli e senatori. La stragrande maggioranza dei quali segnati da un’ipocrisia di fondo, perché magari portavoce di propaganda omotransfobica in pubblico e segretamente omosessuali tra le mura di casa, dove tutto, come ribadisce da anni Matteo Salvini, è ovviamente concesso. L’importante è che non sia esibito in pubblico, “normalizzato”.
Poi ci sono questi 15 parlamentari/ministri che hanno trovato il coraggio di essere sè stessi scalando il potere politico, senza nascondersi, senza avere timore di vivere liberamente la propria vita. Nomi, volti, che vogliamo ringraziare, per aver infranto quel soffitto di cristallo che tra Montecitorio e Palazzo Madama continua ad apparire solido e doppio, specchio di una classe politica che ancora oggi guarda con paura alla propria verità.
Ma un ” outing” almeno di quelli passati a miglior vita no? Io mi vanto di essere stato insidiato da Emilio Colombo mentre facevo l’assistenza VIP durante un suo viaggio negli USA .