Così la Croce Rossa supporta le persone LGBTQIA+ in difficoltà: nasce Spazio Plus

Al via il progetto della Croce Rossa di Roma per l'inserimento lavorativo delle persone LGBTQIA+.

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Foto: Giovani della croce rossa italiana - Torino
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Foto in evidenza: Giovani della croce rossa italiana – Torino

È possibile un contesto di lavoro inclusivo, sensibilizzato, e sicuro per tuttə? È l’obiettivo di Spazio Plus, nuovo progetto della Croce Rossa di Roma finalizzato alla tutela, in spazi pubblici e privati, di persone omosessuali, bisessuali, transessuali.

In collaborazione con i Comitati CRI di Roma e Civitavecchia, il progetto ha il fine di educare e sensibilizzare enti pubblici e aziende  su tematiche come orientamento sessuale o identità di genere (che dovrebbero essere ovvie ma ancora creano confusione e disinformazione in più contesti pubblici).

Sostegno fedele che va avanti da anni – come la gestione di Casa +, luogo di accoglienza per giovani vittime di violenze e discriminazioni – e nel 2023 continua a non fare passi indietro.

Come spiega la Croce Rossa a Gay.it, questo lavoro di sensibilizzazione non parte da zero: “In questi anni in cui abbiamo gestito, e ancora continuiamo a gestire (vedi Casa+), realtà di accoglienza e protezione per giovani persone LGBTQIA+, il rapporto con il mondo dell’impresa, anche no profit, è stato un elemento sempre vivo“.

 

Un rapporto – ma come sottolineano, è preferibile e più significativo parlare di rete – che si muoverà principalmente su due strade parallele:  “Il coinvolgimento di imprenditori e imprenditrici vicin* e sensibili alla tematica LGBTQIA+ attraverso la rete dell’associazionismo di settore (coinvolgimento che, negli anni passati, molto ci ha aiutato in termini vero e proprio sostegno materiale destinato allo sviluppo di competenze ed esperienze delle nostre persone beneficiarie); le azioni di Croce Rossa tese al coinvolgimento del sistema impresa; coinvolgimento e partecipazione ai propri progetti di aiuto a valenza sociale (più volte siamo stati chiamati, con la nostra esperienza rifugio di Casa+, a presentare presso realtà di impresa nazionali e internazionali il nostro progetto e le sue finalità, relazione che ha anche dato modo ad apertura per opportunità formative o di stage). Patrimonio, questo sopra accennato, che diventerà piano di riferimento per il progetto Spazio Plus“.

Come aggiunge Felice Pistoia, Commissario di CRI Roma, Spazio Plus ha il fine di potenziare ed integrare i servizi di CRI in favore della popolazione LGBTQ+ in maggiore difficoltà, accompagnando l’inclusione con interventi di supporto psicologico, orientamento legale, servizio sociale, e orientamento al lavoro.

Un progetto che alla luce del 2023 si presenta ancora più urgente che mai.

Come riporta CRI Roma, nel triennio 2019-2020-2021 secondo i report dell’UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali a Difesa delle Differenze) e l’Istat, il 26% delle persone che si dichiarano omosessuali o bisessuali afferma che il proprio orientamento sessuale ha rappresentato uno svantaggio nel corso della vita lavorativo, con un 12,6% che non si è presentato a un colloquio di lavoro o non ha fatto domanda per timore di un ambiente ostile o intollerante.

Circa 1 persona su 3 riporta episodi di outing, ovvero di disvelamento non consensuale a terzi dell’orientamento sessuale, mentre il 40,3% ha evitato di parlare della sua vita privata per tenere nascosto il proprio orientamento sessuale” spiega CRI “Particolarmente diffuso è il fenomeno delle micro-aggressioni nell’attuale/ultimo lavoro legate all’orientamento sessuale, infatti, il 61,8% riporta di avere subito almeno un episodio di tale tipo da parte di persone dell’ambiente lavorativo, nell’attuale o ultima occupazione svolta. Le esperienze più frequenti riguardano l’uso di un linguaggio offensivo o dispregiativo, scherno, domande sulla vita sessuale, avances sessuali non gradito“.

Almeno 1 persona dichiara di aver vissuto discriminazione nella fase di accesso al lavoro: “Si tratta sempre di esperienze ascrivibili a una pluralità di caratteristiche, tra cui l’orientamento sessuale. L’identità di genere viene riportata, tra i motivi per i quali si ritiene di essere stati discriminati, da una quota molto contenuta di questo segmento di popolazione” spiega CRI.

Solo nel 2019, almeno il 5,1% ha adottato almeno una misura, non obbligatoria per legge, volta a favorire l’inclusione dei lavoratori LGBTQ+, un passo in avanti significativo che Croce Rossa spera di contribuire, ampliando la conversazione su più piani diversi: “Riteniamo fondamentale un cambiamento culturale e a tal fine sosteniamo quanto siano necessarie attività di formazione sulle tematiche LGBTQ+ dedicate a differenti attori (datori di lavoro, operatori sanitari, insegnanti, dipendenti pubblici, ecc.), ma soprattutto iniziative più generali di educazione, informazione e sensibilizzazione da realizzarsi anche nelle scuole“.

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