Il Summer Pride di Rimini verrà rimandato al prossimo anno. Per il secondo anno consecutivo, quindi, l’Onda Pride per l’orgoglio LGBT non passerà per la celebre città balneare a cause del Covid-19. Inizialmente organizzato per il 7 agosto, secondo le condizioni dettate dalle disposizioni governative in tema di Green Pass il Summer Rimini Pride non avrà luogo. Lo hanno annunciato sui social gli organizzatori:
Car* tutt* non fare il Pride anche quest’anno è una scelta molto sofferta.
Purtroppo le condizioni troppo restrittive imposte a tutti gli eventi non ce lo permettono e al momento non è possibile realizzarlo in altra modalità. Chiediamo scusa a chiunque si sia già organizzat* per partecipare: comprendiamo il disagio che si è creato.
Speriamo di rivederci al Pride 2022.
Gli organizzatori del Rimini Pride ci hanno sperato fino all’ultimo, hanno cercato in tutti i modi di ridimensionare la parata per riuscire a garantire la sicurezza dei partecipanti, ma nulla è servito. L’aumento dei contagi, la paura delle varianti, il problemi dei distanziamenti e l’introduzione del Green Pass anche per partecipare agli eventi hanno fatto desistere gli organizzatori, che hanno però sottolineato che non c’è stato alcun divieto da parte delle autorità, e che si è trattato di una scelta autonoma di responsabilità.
Difficile garantire la sicurezza al Summer Pride di Rimini
L’evento era previsto per il 7 agosto, esattamente il giorno dopo l’introduzione del Green Pass per questo genere di eventi.
Marco Tonti, presidente di Arcigay Rimini e organizzatore del Pride, ha spiegato così la sua decisione:
Abbiamo ritenuto a livello di responsabilità personale che non fosse opportuno e non ci fossero le condizioni adeguate. Difficile poter organizzare una parata in sicurezza e per questo avevamo pensato a una passeggiata contingentata sul lungomare e poi a un momento finale con un confronto.
Dopo averci riflettuto a lungo abbiamo però tutti convenuto che la gestione sarebbe stata critica. Anche un dibattito conclusivo sarebbe stato complicato perché tutti insieme avremmo creato assembramento. Anche allestendo un palco con delle sedute si rischiava comunque di richiamare troppo pubblico che poi poteva accalcarsi, insomma i punti a sfavore e i dubbi erano troppi.
“Ma c’è voglia di partecipare”
Assicurare il distanziamento delle sedie per il dibattito e transennare l’area per evitare assembramenti erano soluzioni che avrebbero permesso il legale svolgimento, ma a vincere è stato il timore di non riuscire a gestire le migliaia di persone stimate. Nel 2019 10.000 partecipanti avevano affollato il Rimini Pride.
Una scelta di sofferta responsabilità meditando su quanto visto al Bologna Pride, che ha visto la presenza di ben 30.000 persone. “C’è grande voglia di partecipare” ha spiegato Tonti, ma con le dovute precauzioni. Appuntamento rimandato al prossimo anno.
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