Una lunghissima giornata di dibattito e votazioni, con tutti gli emendamenti presentati dalla destra rigettati. Il DDL Zan ha ieri messo in banca 5 dei propri 10 articoli, cestinando tutte le insidie seminate da Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia. La maggioranza tiene, e con ampi numeri. La legge contro l’omotransfobia e la misoginia, come anticipato giorni fa, è stata estesa anche all’abilismo, che riguarda la discriminazione nei confronti di persone con disabilità. Anche l’opposizione ha votato a favore, rimarcando per l’ennesima volta la propria ideologica contrarietà alla legge contro l’omotransfobia, solo e soltanto perché riguarda le persone LGBT.
È stato approvato l’articolo 3, da molti definito “salva-idee”, ma non quello tanto criticato firmato Enrico Costa, che l’ha ritirato e garantito il voto favorevole di Azione al testo completo. Disco verde anche per l’art. 4, che introduce la possibilità di svolgere attività non retribuite a favore della collettività in caso di sospensione condizionale della pena. Un condannato per omotransfobia potrà svolgere attività presso associazioni LGBT.
Blindato poi l’articolo 5, che considera finalmente ‘vulnerabili’ le persone LGBT in un processo. Questo vuol dire che potranno avere un patrocinio gratuito se vittime di omotransfobia.
Oggi toccherà ai successivi 5 articoli, chiamati ad evitare il fiume di emendamenti della destra. Bisognerà approvare l’articolo 6, che prende in esame la Giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia, l’articolo 7 e l’articolo 8 in materia di prevenzione e contrasto delle discriminazioni per motivi legati all’orientamento sessuale e all’identità di genere e all’istituzione di centri rifugio. L’articolo 9 guarda invece alle statistiche legate alle discriminazioni e sulla violenza, che avrebbero una cadenza almeno triennale, e infine l’articolo 10, legato alle coperture finanziarie.
Entro stasera il DDL Zan potrebbe essere definitivamente approvato alla Camera dei Deputati. “Non è solamente, come alcuni pensano, la libertà e la dignità di una minoranza che stiamo proteggendo“, ha ribadito il relatore Alessandro Zan. “No. Stiamo proteggendo l’intera società. Perché difendere dall’odio omolesbobitransfobico un figlio o una figlia, un nipote o una nipote, un amico o un’amica, il compagno o la compagna di banco, il collega e il vicino di casa significa proteggere ciò che tutti noi abbiamo di più caro: le persone a cui vogliamo bene. Mancano 5 articoli ma non escludo che potremmo farcela entro domani. Ce la stiamo mettendo tutta e speriamo di farcela”.
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