Weekend lungo di interviste ad ampio raggio per Davide Faraone, capogruppo di Italia Viva al Senato che ha ribadito la necessità di ‘mediare’ sulla legge contro l’omotransfobia, misoginia e abilismo, tornando così a chiedere modifiche al DDL Zan.
“Lo scontro frontale rischia di far saltare la legge contro l’omofobia per aria: mettiamoci attorno a un tavolo politico e vediamo quale è il modo più rapido per approvare il ddl Zan e anche per smascherare chi invece gioca ad affossarlo”, ha precisato Faraone dalle pagine de LaRepubblica, rispedendo al mittente le tante critiche piovute su Italia Viva, accusata proprio di voler affondare il DDL Zan con richieste di modifiche che lo obbligherebbero a ricominciare l’iter alla Camera.
“Se Pd, M5s e Leu fanno muro sul testo così com’è, in aula si rischierà l’impasse”, ha poi aggiunto dalle pagine dell’Avvenire, facendo indirettamente intendere la contrarietà di Italia Viva all’attuale DDL. “Ostruzionismo, migliaia di emendamenti, l’insidia di numerosi voti segreti. E non potrà essere il governo a sbrogliare la matassa chiedendo la fiducia, come fece Renzi sulle unioni civili. Uno scenario da Vietnam, appunto. Se le forze di centrosinistra e di centrodestra vogliono davvero una legge contro l’omontransfobia devono sedersi a un tavolo e parlarne. Se qualcuno rifiuterà una proposta del genere, semplicemente svelerà la propria volontà di non fare la legge. Ma io credo che se si mettono a lavorare i pontieri dei vari partiti, il tavolo si può fare e può avere un esito positivo. Noi chiediamo alle altre forze di maggioranza, e anche alle opposizioni, di accogliere questa proposta realista e di buon senso di Italia Viva. A individuare le modifiche non devo essere io, ma il confronto tra i gruppi parlamentari. Sto ponendo una questione di metodo e anche di finalità: si vuole o non si vuole una legge? Se la si vuole, bisogna trattare: non sono affatto certo, come sostengono alcuni esponenti del Pd, che in aula ci sarà una maggioranza sul testo Zan così com’è”.
Peccato che il DDL Zan sia già stato ampiamente discusso, ‘trattato’ e limato. E non in una salumeria del centro di Roma, ma alla Camera dei Deputati, con voto favorevole di un’ampia maggioranza. E non 20 anni fa, ma lo scorso novembre. Modificarlo al Senato, dopo ampio e lungo dibattito, obbligerebbe il DDL a tornare a Montecitorio, per poi tornare a palazzo Madama. C’è tempo per fare tutto questo? Conoscendo i tempi biblici della politica nazionale chiaramente no, ma Faraone è convinto di sì.
Se il patto politico è vero, serio, si porta un testo ampiamente condiviso in Senato e dopo lo si approva subito alla Camera. È chiaro che di fronte a un tavolo convocato per trovare una sintesi avrebbe torto chi si sfila e chi partecipa solo per non farne uscire nulla. Sarebbe quantomeno un elemento di trasparenza dinanzi all’opinione pubblica. Il patto sarebbe: stop ostruzionismo e tempi certi di approvazione in cambio di poche e puntuali modifiche.
Opzione eventuale che puzza di ‘tranello’, considerando le tante forze politiche contrarie a questa legge, e che rimandano al concetto inizialmente espresso dallo stesso senatore IV: “Smascheriamo chi gioca ad affossare il DDL Zan“. Ecco, per l’appunto. L’attuale disegno di legge in discussione al Senato è già di suo un compromesso, con alcuni senatori Pd che sarebbero pronti a sposare questa linea renziana. Ma è impossibile immaginare ulteriori ritocchi al ribasso. O lo si approva così com’è o lo si affonda. Ma chi si prenderà questa responsabilità, segnata da mesi di sfiancanti e insostenibili fake news, dovrà metterci la faccia dinanzi al Paese.
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Un sentito " venduto" a questo Senatore Faraone : sa bene che non si può' cambiare una virgola del testo approvato alla Camera .