Se Matteo Salvini e Simone Pillon da mesi picchiano duro contro il DDL Zan, diffondendo volutamente fake news quotidiane, e da settimane Andrea Ostellari lo tiene in ostaggio in Commissione Giustizia al Senato, dalla Lega ecco arrivare una voce apparentemente fuori dal coro.
Quella di Luca Zaia, presidente del Veneto che nel 2019 precisò di avere “amici gay“, per poi aggiungere che un “bimbo deve avere una mamma e un papà“. Via Corriere del Veneto, Zaia ha in questo caso apparentemente teso una mano verso la legge contro l’omotransfobia, la misoginia e l’abilismo, specificando come “le libertà devono essere garantite a tutti“.
Vedo che c’è un dibattito trasversale e non coinvolge solo la Lega. Penso che il principio della civile convivenza sia sempre lo stesso: la tua vita finisce dove inizia la mia. E ci vuole sempre il rispetto di mezzo. Immagino che questo provvedimento verrà prima o poi realizzato. Verrà trovata la miglior formula e penso che non ci sia nessuno che vorrà negare l’evidenza. Dopodiché ci saranno delle sfumature giuridiche che verranno valutate. Nessuno, ritengo, si oppone, in linea di principio.
Peccato che non sia così, visto e considerato che proprio dal suo partito si stiano opponendo per puri motivi ideologici. Zaia ha poi ammesso di “non aver letto il ddl e di non aver seguito fino in fondo il dibattito“. Nulla di nuovo sotto il sole anche in questo caso, perché in casa Lega nessuno parrebbe aver realmente letto il DDL Zan, viste le menzogne a suo carico quotidianamente ancora oggi diffuse.
Non a caso proprio Salvini, via Twitter, è tornato ieri sera a sfornare la solita camionata di bufale sulla legge, motivando così il suo rifiuto.
Ognuno è libero di amare chi vuole, di condividere la sua vita, la sua casa, le sue emozioni con chi vuole, di fare l’amore e di svegliarsi al fianco di chi desidera. Chi discrimina una persona per il suo orientamento sessuale o affettivo è un ignorante. Ogni tipo di discriminazione o di violenza, nei confronti di chiunque, va sempre punita e combattuta, come già la legge giustamente prevede. Ad esempio, nel 2009 a Napoli un ragazzo gay e una sua amica furono barbaramente picchiati e i colpevoli sono stati poi condannati a 10 anni di carcere ciascuno, con il plauso di molte associazioni, fra cui l’Arcigay. La durezza con cui devono essere puniti questi atti non può e non deve essere messa in conflitto con la libertà di pensiero e di agenda politica su temi etici fondamentali. Io difendo il diritto di un bimbo ad avere una mamma e un papà, a venire al mondo o ad essere adottato se ci sono una mamma e un papà, e mi impegno per rendere più veloci e meno costose le adozioni per le migliaia di coppie in attesa da anni. Ritengo inoltre una barbarie la pratica dell’utero in affitto e l’idea dei bambini in vendita, e penso che sia una follia chiedere che alcune favole vengano cancellate perché “discriminanti” per bimbi e bimbe. Rifiuto la strumentalizzazione semplicistica oper la quale chi sostiene la legge Zan è un “evoluto progressista”, mentre chi vi si oppone è un “retrogrado medievale”. C’è il rischio che si arrivi a voler bollare come sbagliate per legge posizioni condivise da milioni di italiani e ciò è profondamente illiberale.
Ma il reato di propaganda, come Salvini ben sa, non esiste all’interno della legge, che non potrà mai essere liberticida come liberticida non è la legge Mancino, approvata da quasi 30 anni e mai definita tale da nessuno, Lega in testa. Più che “retrogradi medievali“, visto e considerato che l’etichetta non piace al leghista Salvini, diciamo allora indifendibili ipocriti patentati.
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