A poco meno di un mese dal sondaggio BiDiMedia, secondo cui il 54% degli italiani si era detto favorevole alla legge contro l’omotransfobia, la misoginia e l’abilismo attualmente ferma al Senato, un altro sondaggio ha ribadito la necessità del DDL Zan.
Wired e Ipsos hanno sottoposto alcune domande sul DDL a un gruppo di persone rappresentative della popolazione italiana. I risultati sono stati presentati nel corso del Wired Next Fest, con commento live dello stesso Alessandro Zan. Per il 57% l’omotransfobia esiste, è un problema reale, mentre il 30% l’ha incredibilmente definita “un tema sollevato da pochi intellettuali“. Il 59% degli intervistati ha saputo spiegare cosa sia il DDL Zan, mentre il 30% ha ammesso di non saperne niente, rilanciando anche il problema di quella disinformazione sul tema cavalcata dalla destra. Non a caso l’11% pensa che serva a far sposare le coppie LGBT o a permettere loro di adottare.
Ma è la terza domanda a pesare più di tutte. Il 49% degli intervistati ha infatti definito “giusta” una legge contro l’omotransfobia, mentre il 31% l’ha etichettata come sbagliata, perché “le discriminazioni sono già sanzionate dalle leggi vigenti“. Il 20% ha risposto “non so“.
“Le risposte al sondaggio condotto da Ipsos per Wired denotano che c’è grande disinformazione, e che molta gente ha fatto del ddl Zan una bandiera ideologica per ottenere un consenso politico“, ha replicato Alessandro Zan in collegamento con il Wired Next Fest. “Le resistenze sono in parte culturali, e derivano da pregiudizi, ignoranza e diffidenza nei confronti di ciò che è percepito come diverso da noi. C’è un retaggio culturale molto pesante, e lo stesso elettorato di destra vede con diffidenza le leggi per i diritti civili“.
Tutto tristemente veritiero, ma anche questo sondaggio, come quello del mese scorso, ha ribadito ciò che parte della politica nazionale non vuol capire. La maggioranza degli italiani vuole una legge contro l’omotransfobia, attesa da 30 anni.
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