Dopo aver superato di slancio le due pregiudiziali di costituzionalità a scrutinio segreto presentate da Lega e Fratelli d’Italia, la legge contro l’omotransfobia, la misoginia e l’abilismo torna oggi alla Camera dei Deputati con un fiume di emendamenti presentati dall’opposizione da stralciare. Quasi 900.
Tra quelli approvati nella giornata di ieri uno molto importante relativo alle definizioni di sesso, orientamento sessuale, genere e identità di genere, ufficialmente inserite all’interno del DDL Zan. Un dibattito parlamentare onestamente aberrante, quello andato in scena ieri, con la destra rappresentata da Fratelli d’Italia e Lega per due ore arroccata su una montagna di menzogne.
Per ore deputati leghisti hanno urlato alla legge bavaglio e liberticida, obbligando Laura Boldrini a ribadire, per la miliardesima volta, l’inesistenza del reato di propaganda all’interno del DDL. Un’opposizione onestamente ridicola, con Vittorio Sgarbi che ha parlato di transessualità come “teatro, costume, moda e finzione” e Pagano che ha parlato di potentissima e pericolosissima “gente LGBTQ” e di termini come “Genere e identità di genere” che non esisterebbero dal punto di vista scientifico. Unica voce fuori dal coro Giusi Bartolozzi di Forza Italia, che ha giustamente ricordato come la definizione “identità di genere” esista come termine giuridico, tanto da votare a favore dell’emendamento di cui sopra presentato da Italia Viva.
“Procediamo ora all’esame della legge contro l’omotransfobia e la misoginia. Ogni persona deve amare chi vuole, senza nascondersi e in sicurezza. Avanti!“, ha scritto sui social Laura Boldrini.
“Ora il Parlamento prosegua il lavoro per approvare una legge contro le discriminazioni seria ed efficace che questo Paese aspetta da troppi anni“, ha commentato Arcigay. Tra poche ore si ricomincia. Noi di Gay.it, ovviamente, seguiremo passo passo dibattito e voti.
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Il prossimo scoglio/trappolone degli omofobi e cattofascisti da superare è il famigerato emendamento "salva-idee" o meglio dire "salva omofobi" di Costa (ex Forza Italia, ora Azione di Calenda) che svuoterebbe di fatto la legge, come già avvenuto nel 2013 con il ddl Scalfarotto. Speriamo che la maggioranza resti compatta e affondi questo ennesimo tentativo di sabotare la legge.