Un anno fa Narciso salutava le sue compagne di Drag Race Italia e cominciava un nuovo capitolo. La sua Make Up, brano d’esordio del suo percorso da solista, arrivava come una ‘spinta di coraggio per tutti coloro che nella vita arrivano a sentirsi sconfitti”.
Oggi l’artista di Frosinone torna con Discoball, brano scritto insieme a Roberto Casalino e subito entrato nella playlist “Glow” di Spotify al primo giorno di uscita.
Un inno queer dedicato a chiunque si è ritrovato con il cuore spezzato in discoteca: “Ho immaginato di essere in una sala da gran ballo, un po’ in stile prom night di Stranger Things. Con un pavimento cosparso di glitter e questa discoball al centro del soffitto che gira in maniera così lenta che non capiamo se è in movimento oppure no” racconta a Gay.it. “Sotto queste luci ci sono io con una persona che desidero, dal quale mi aspetto una scintilla ne suoi occhi, ma purtroppo mi trovo difronte un forte rifiuto”.
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Ma in pieno stile Dancing On My Own, le lacrime non ci impediscono di continuare a ballare sotto quella palla stroboscopica che esorcizza le paure e sospende le delusioni, anche solo per una notte.
Un reminder del potere terapeutico della musica, che diventa rifugio e motore in grado di venirci incontro, aiutarci, e supportarci: “Come ci riesce la musica e il movimento a lasciarmi andare, non ci riesce nient’altro”.
Nell’arco di un anno, Narciso ha maturato non solo una nuova consapevolezza artistica, ma anche la possibilità di utilizzare la propria piattaforma per raccontare nuove storie: da Musica Q, format live in collaborazione con Largo Venue e Latte Fresco, che vuole dare spazio alla musica emergente nella comunità LGBTQIA+ a Te Possino, varietà diretto da Giuseppe Sorgi, di cui curerà l’assetto musicale e performativo.
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“In primis, il mio obiettivo come cantautore è creare un safe space per tutte quelle persone che non hanno mai trovato un posto per sentirsi a proprio agio, non hanno mai vissuto una situazione di comfort, ed io lo faccio attraverso la musica” ci racconta Narciso, nella speranza che attraverso la sua musica le persone riescano a rivedersi, e accorgersi che qualcuno la loro stessa lingua. Con l’avvento del Pride Month, la musica diventa megafono universale, con il potere di farci sentire meno solə e più forti di prima: “Quando scrivo parlo sicuramente dal punto di vista autobiografico, ma mi rendo conto che non le vivo solo io. Far capire alle persone che dall’altro lato c’è una persona che sta vivendo la stessa cosa, è già una grande vittoria per me”.
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