Non si è ancora conclusa la vicenda che lo scorso luglio ha visto coinvolta una donna trans* arrestata durante il Pride di Viterbo. Nella giornata del 9 luglio la donna, di origini brasiliane e proveniente dal Veneto, si è recata nella città laziale per festeggiare la parata del Pride ma la sua avventura in trasferta non si è conclusa con un lieto fine.
Stando ai fatti riportati, la donna 42enne si sarebbe intrattenuta in città anche nella giornata successiva e la sera, intorno alle 22.30, avrebbe inscenato una protesta di fronte a un bar vicino a Porta Fiorentina. I gestori hanno chiesto l’intervento delle forze dell’ordine che una volta giunti sul posto hanno trovato la donna, di cui non è stato diffuso il nome, in evidente stato di agitazione dovuto, secondo successivi accertamenti, a un mix di alcol e droga.
Secondo quanto riportato anche dai presenti che hanno assistito alla scena, quando i poliziotti avrebbero provato a perquisirla, lei avrebbe alzato la maglia mostrando il seno e chiedendo che a farlo fosse un agente donna. La burrascosa serata si è conclusa con il suo arresto e l’intervento del 118. Il suo stato ha richiesto il trasferimento nel pronto soccorso dell’ospedale di Belcolle dove è stata sedata e dove è stato trattato anche il poliziotto rimasto ferito al braccio con un mazzo di chiavi.
La mattina successiva la donna è stata interrogata e di fronte all’avvocato d’ufficio Marina Bernini si è assunta la responsabilità di quanto accaduto. Tuttavia, il fermo è stato confermato con le accuse di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni aggravate, il che ha richiesto l’apertura di un processo nei suoi confronti. Processo per direttissima che, stando all’organizzazione originale, doveva essere celebrato lo scorso 15 dicembre.
Il 14 dicembre, tuttavia, l’udienza è stata rimandata per un presunto impedimento del giudice e, come purtroppo sappiamo bene, le trafile burocratiche della giustizia italiana sono spesso interminabili. La donna si è vista così rimandare a processo a ottobre 2023: quasi un anno di attesa per scoprire l’esito di una probabile condanna per cui il suo avvocato intende chiedere il rito abbreviato.
Una vicenda che è stata definita dal giudice come un caso isolato per cui non ha ritenuto necessario disporre alcuna misura cautelativa. Sono ancora pochi però i dettagli del procedimento giudiziario che sono stati rivelati e non si può fare altro che attendere l’autunno per la sentenza definitiva.
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