Governatore del Rio Grande do Soul, in Brasile, Eduardo Leite, possibile candidato presidenziale contro l’orgogliosamente omofobo presidente Jair Bolsonaro, ha fatto coming out nel corso di un’intervista con la principale emittente televisiva del Paese, TV Globo.
“In questo Brasile di poca integrità, in questo momento, dobbiamo discutere chi siamo, in modo che tutto sia chiaro e non ci sia nulla da nascondere”, ha precisato il 36enne. “Sono gay e ne vado orgoglioso”.
Leite ha scelto la Pride Week brasiliana per uscire allo scoperto, affrontando di petto i rumor nati on line da quando è diventato un potenziale candidato presidenziale per il partito socialdemocratico brasiliano di centrodestra (PSDB). Eduardo ha confessato come questo abbia influito sul suo rapporto con il suo fidanzato, un medico per il quale nutre “enorme ammirazione e amore”.
Con mia partecipazione alla politica nazionale, in questo dibattito nazionale, ci sono stati attacchi sempre crescenti da parte dei miei rivali. Esco a cena con il mio ragazzo, non mi nascondo da nessuno. Ma c’è sempre stato qualche allusione, battute del presidente, attacchi di altri politici. Questo non è giusto, non è corretto, non è tollerabile.
Leite ha ribadito di non aver nulla da nascondere nel dichiararsi gay, sognando un Brasile in cui l’orientamento sessuale non sia un problema. “Non ho mai creato un personaggio, non ho mai detto di non esserlo, non ho mai cercato di far credere alla gente che non fossi gay”, ha aggiunto in un’intervista a Rádio Gaúcha venerdì mattina. Anche i suoi genitori, José Luiz Marasco Cavalheiro Leite e Rosa Eliana de Figueiredo, si sono detti orgogliosi.
“Il Brasile ha bisogno di questo: che le persone espongano e dicano ciò che sentono”, ha detto suo padre. “Lo sapevamo da tempo e stavamo aspettando che facesse coming out. Avevo paura di cosa avrebbe generato. Non avevo paura di quello che avrebbe detto. Questa era la sua verità”.
Il coming out di Eduardo ha suscitato un’ondata di sostegno da parte di attivisti e colleghi politici. Leite ha ringraziato tutti per il loro sostegno, twittando: “Gli innumerevoli messaggi di affetto e sostegno che sto ricevendo mi lasciano sempre più convinto: l’amore sconfiggerà l’odio!”.
Jean Wyllys, primo membro apertamente gay del congresso brasiliano a combattere per i diritti LGBT+, ha attaccato Leite, sottolineando come non si sia mai pentito per i suoi anni di dichiarato sostegno a Bolsonaro, andati avanti fino al 2018. “Questo tipo ha avuto molte opportunità per difendere la comunità LGBT e non l’ha fatto. Al contrario … è stato un bolsonarista fino a ieri – e probabilmente lo è ancora oggi, perché in nessun momento ha ritrattato il suo sostegno a Bolsonaro”, ha detto Wyllys. “Quindi non celebro questo coming out. Non faccio parte di questa squadra di persone che stanno commemorando questo soggetto che esce allo scoperto come se fosse un grande risultato per la comunità LGBT+ brasiliana”.
Wyllys ha suggerito che il coming out possa essere una mossa strategica progettata per aumentare le sue speranze presidenziali. A precisa domanda sul perché abbia scelto questo momento per parlare dell’argomento, Leite ha detto: “Durante un viaggio nazionale, in un momento in cui il Paese è sotto attacco davanti a queste libertà individuali, si cerca la colpa per i problemi del paese e si dà la colpa alle minoranze, a specifici gruppi, penso che fosse importante sollevare questo problema”.
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Jean Wyllys farà pure parte di quelli che credono un gay debba essere per forza di sinistra, una cosa che non potrebbe essere più lontana dalla verità. La politica è un puttanaio, chi crede di essere più santo dell’altro getti la prima pietra.