Flavia Amabile de La Stampa ha oggi intervistato Elena Bonetti, riconfermata ministra per le pari opportunità e la famiglia in quota Italia Viva. Al centro della chiacchierata il piano per le famiglie chiamato Family Act, approvato l’estate scorsa, che si rivolgerà a quale tipo di famiglia? “A quella tradizionale come sostiene la Lega oppure a tutte le famiglie, comprese quelle Lgbt“, ha domandato Amabile alla ministra.
“Il Family Act si rivolge alle nuove generazioni e riconosce tutti i bambini come valore, al di là del contesto familiare“, la replica evasiva di Bonetti. “Questa visione è già stata votata per la parte dell`assegno da tutto l`arco parlamentare ed è partendo da questa unità che dobbiamo continuare a lavorare“. Ci sarà quindi un assegno unico universale anche per le famiglie arcobaleno, ha fatto apparentemente intendere la ministra, che ha poi ribadito la necessità di “una battaglia culturale per rompere la spirale di violenza contro le donne”.
Il nuovo piano sarà in continuità con i precedenti, ma con alcune novità: la revisione dei criteri per l’accreditamento dei centri antiviolenza e un’azione decisa per garantire percorsi di autonomia finanziaria e contrastare la violenza economica. C’è però anche un problema culturale da affrontare per rompere questa spirale di violenza contro le donne. Un lavoro educativo non rinviabile, che va dal linguaggio ai legami di comunità per non lasciare sole le donne.
Ciò che fa rumore, ancora una volta, è la totale mancanza di interesse da parte di Elena Bonetti, almeno pubblicamente, nei confronti della legge contro l’omotransfobia, la misoginia e l’abilismo, già approvata alla Camera e in attesa di approvazione al Senato. Da un anno esatto (era il 19 gennaio 2020) la ministra per le pari opportunità non dedica una parola al DDL Zan, neanche per sbaglio. Non una parola sui social, non una parola con i giornalisti. Eppure in questi ultimi 12 mesi se n’è discusso quasi quotidianamente, dentro e fuori dal Palazzo. Come se non esistesse, come se non dovesse essere sua priorità assoluta, visto e considerato il ministero che presiede dal 5 settembre 2019. Un silenzio assordante, inspiegabile, onestamente ingiustificabile, terribilmente fastidioso.
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Che gentaglia come questa donna dia risposte simili , scivolando sulle precise domande dell'intervistatore , significa che lei fa il suo sporco mestiere . Ma che il giornalista non sia capace di inchiodarla , come certi Signori Giornalisti USA , non lo concepisco. Le interviste a chi vive di politica non si fanno in ginocchio.