Il riconoscimento delle famiglie arcobaleno e il certificato europeo di filiazione proposti dall’Unione Europea fanno prevalere i diritti del minore. Lo ha spiegato Carla Garlatti, Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, alla commissione per le politiche dell’Unione Europea del Senato, nell’ambito delle audizioni relative alla proposta di regolamento dell’UE sul riconoscimento dei figli di coppie omosessuali all’interno dell’Unione.
Garlatti ha spiegato anche come il regolamento proposto dall’Unione Europea sia in linea con le disposizioni della Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, nella quale gli Stati si impegnano ad adottare ogni soluzione per evitare discriminazioni al minore, incluse le condizioni dei suoi genitori. Il principio di non discriminazione, ha spiegato Garlatti, aleggia anche su tutto il regolamento proposto dall’Unione Europea. L’Onu ha raccomandato all’Italia nel 2019 di rafforzare tutto ciò che evita la discriminazione dei minorenni. Garlatti ha spiegato come le Nazioni Unite abbiano raccomandato di prendersi cura dei minori che si trovano attualmente in condizioni di svantaggio nel nostro paese, in particolare i figli di coppie omosessuali e di genitori non coniugati.
“La proposta di Regolamento europeo non si occupa di diritto di famiglia interno – ha spiegato l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza – che resta di esclusiva competenza dello Stato italiano. Si preoccupa, invece, di chiarire gli aspetti relativi a quali norme applicare per l’accertamento e il riconoscimento della filiazione sul piano transnazionale. E questo, a mio giudizio, lo fa nel pieno rispetto della Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, in particolare del principio che a prevalere debba essere l’interesse del minore”.
(Carla Garlatti -Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza)
Garlatti ha spiegato che il regolamento europeo propone l’introduzione del ‘certificato europeo di filiazione’, che non agevola, come qualcuno teme, il ricorso alla pratica della maternità surrogata. Il regolamento UE “non comporta un riconoscimento automatico della paternità o della maternità – ha spiegato la Garante – un automatismo che nel nostro ordinamento è impedito dalla contrarietà all’ordine pubblico. Il divieto non fa differenze: riguarda tanto le coppie omoaffettive quanto quelle eteroaffettive.”
Il regolamento proposto dall’Unione Europea vede favorevoli Partito Democratico, Movimento Cinque Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra Italiana, ma la destra, maggioranza in Parlamento, è ad oggi orientata al voto contrario. Secondo la maggioranza guidata da Giorgia Meloni, il regolamento dell’Unione Europea costituirebbe un’apertura a Gestazione Per Altri (GPA) e surrogazione di maternità, che in Italia sono vietate e su cui la stessa destra ha presentato, in cinque mesi di legislatura, cinque proposte di legge, per rendere la GPA reato universale. Secondo la compagine di governo le coppie omosessuali che adotteranno GPA all’estero dovrebbero essere punite con pene che prevedano reclusione da tre mesi a due anni e multa da 600.000 a 1 milione di euro.
Oltre all’Onu e all’Unione Europea, anche la Corte Costituzionale nel 2021 ha chiesto al legislatore italiano di “individuare urgentemente le forme più idonee di tutela dei minori, anche alla luce delle fonti internazionali ed europee”.
La maggioranza di destra composta da Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, si trova dunque a sostenere un voto contrario a quanto chiesto e proposto dalla Corte Costituzionale Italiana, dall’Unione Europea e dall’Onu, oltreché dall’Associazione Famiglie Arcobaleno già audita in commissione Senato (qui l’audizione della Presidente Alessia Crocini – VIDEO) e dall’Autorità Garante per l’infanzia e l’adolescenza.
Immagine di cover: edit foto Edi Libedinsky su Unsplash + foto di Christian Lue su Unsplash
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.