La destra italiana vuole rigettare la proposta di regolamento dell’Unione Europea sul riconoscimento dei figli di coppie omosessuali all’interno dell’Unione.
Il regolamento è all’esame della commissione Politiche Europee del Senato e prevede di fare chiarezza giuridica per tutti i tipi di famiglie che si trovano in una situazione transfrontaliera all’interno dell’UE, consentendo ai minori di beneficiare dei diritti derivanti dalla genitorialità ai sensi del diritto nazionale, in questioni quali la successione, il mantenimento, l’affidamento o il diritto dei genitori di agire in qualità di rappresentanti legali del minore (per questioni scolastiche o sanitarie). In sede di commissione però, se Partito Democratico, Movimento Cinque Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra hanno dichiarato di essere favorevoli, tutta la maggioranza di destra è orientata al voto cotrario.
Qualche giorno fa Alessia Crocini di Famiglie Arcobaleno, era stata ascoltata in audizione proprio in relazione all’esame dell’atto COM(2022) 695 in materia di filiazione e creazione di un certificato europeo di filiazione.
“Una famiglia formata da due madri o due padri, riconosciuta come tale in paesi quali la Francia, la Spagna, la Germania, – aveva spiegato Crocini – così come in tutti i 19 paesi europei dove le famiglie omogenitoriali sono riconosciute, non deve e non può smettere di essere famiglia quando varca un confine e arriva in paesi come l’Ungheria, la Bulgaria, la Polonia, la Romania o l’Italia.”
Ascoltato in sede di commissione anche l’Avvocato Antonio Rotelli, che ha ricordato come la Corte Costituzionale abbia già nel 2021 inviato un forte monito al Parlamento Italiano, invitandolo a “individuare urgentemente le forme più idonee di tutela dei minori, anche alla luce delle fonti internazionali ed europee”.
“La regolamentazione che la proposta dell’UE – ha spiegato Rotelli in audizione in Commissione Politiche Europee al Senato – mira a introdurre appare importante e urgente, perseguendo la finalità di garantire il rispetto dei diritt fondamentali di soggetti vulnerabili, quali i bambini. In questo senso essa realizza il principio formulato dalla nostra Corte Costituzionale, secondo cui: «ogni soluzione che non offra al bambino alcuna chance di riconoscimento giuridico del genitore intenzionale, come che sia nato, finisce in una “strumentalizzazione” della persona del minorenne, pur in nome di finalità legittime, come potrebbe essere, per esempio, il voler disincentivare il ricorso alla pratica della maternità surrogata» (Corte cost., sent. n. 33/2021, par. 5.7 in diritto).
La destra di Meloni è però orientata ad opporsi al recepimento del regolamento avanzato dall’Unione Europea. Se il regolamento passasse, è la tesi avanzata dalla maggioranza in commissione, autorizzerebbe di fatto la Gestazione Per Altri (GPA), che è attualmente vietata in Italia.
E proprio in queste ore è stata assegnata alla XII Commissione della Camera la Proposta di Legge di Fratelli d’Italia sulla perseguibilità del reato di maternità surrogata commesso all’estero da cittadini italiani. La proposta di legge prevede reclusione da tre mesi a due anni e multa da 600.000 a 1 milioni di euro. Le proposte di legge depositate dalla destra per punire la Gestazione Per Altri (GPA) sono ben cinque. Un tema politico che nella scorsa legislatura aveva addirittura viste unite nella stessa battaglia Giorgia Meloni e Mara Carfagna.
Nella giornata di domani 7 marzo 2023 ci sarà l’ultima audizione sul regolamento con cui l’Unione Europea intende regolamentare il riconoscimento dei figli di coppie omosessuali all’interno dei territori dell’Unione. Poi si aprirà la discussione.
L’Italia di Meloni starà con l’Unione Europea di Francia, Germania e Spagna o con l’Ungheria di Orbàn e la Polonia di Duda?
Visualizza questo post su Instagram
Visualizza questo post su Instagram
Foto di Baim Hanif su Unsplash
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.