A inizio 2023 Lucas, 13 anni, studente di quarta elementare al Louis-Armand College di Golbey, si è suicidato dopo aver sopportato a lungo l’omofobia scolastica. Venerdì scorso il pubblico ministero Frédéric Nahon ha annunciato che quattro dei suoi compagni di scuola, due ragazze e due ragazzi di 13 anni, saranno presto processati per “per molestie scolastiche” che hanno istigato Lucas al suicidio.
I genitori del 13enne avevano subito denunciato le vessazioni subite dall’adolescente. Per la famiglia non c’erano dubbi sul fatto che Lucas fosse stato vittima di scherni e insulti di natura omofobica, tanto da portare l’adolescente a suicidarsi. Il 13 gennaio è stata aperta un’inchiesta. I 4 adolescenti sono stati ascoltati e saranno processati nelle prossime settimane, davanti a un giudice in un tribunale per i minori. I quattro hanno ammesso di aver ripetutamente preso in giro il loro compagno, ha precisato Frederic Nahon.
I due ragazzi e le due ragazze saranno processati “per atti di bullismo scolastico che hanno portato al suicidio della vittima“. Il parlamento francese ha definito il bullismo scolastico come un crimine, punibile con una condanna che va dai 150.000 euro di multa fino ai 10 anni di prigione.
Nel frattempo Séverine, madre di Lucas, non si dà pace per la morte del figlio, a causa anche dell’indifferenza scolastica nell’intervenire dinanzi alle ripetute denunce di bullismo presentate dalla famiglia di Lucas. In conferenza stampa la donna è scoppiata in lacrime, perché “non sono riuscita a salvare mio figlio“.
“Non riesco ad immaginare alcuna condanna per un ragazzino di 13 anni, ma voglio che questo lo faccia riflettere, per non ricominciare, perchè si faccia qualcosa, per andare avanti. Non sono solo loro quattro, ci sono anche altri responsabili, ma questo lo deciderà la giustizia, io voglio solo che mio figlio possa riposare in pace, vorrei che noi fossimo lasciati in pace, e che sia fatta giustizia. Per lui”. “Ci sono cose che non sono state fatte, il corpo docente avrebbe dovuto fare di più. Questa è comunque la mia sensazione. Mi aspettavo un’azione disciplinare nei confronti di questi studenti molto prima”.
I quattro 13enni hanno ricevuto minacce di morte sui social. Un odio “inutile”, ha precisato la mamma di Lucas: “non voglio che diventino vittime. La giustizia è lì per fare il suo lavoro, nessuno deve saldare i conti con nessuno“.
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