Il segretario di Stato americano Hillary Clinton ha deciso di estendere i diritti dei diplomatici gay anche ai loro partner. Secondo quanto riportato dal «Washington Post», la direttiva della Clinton – che la renderà pubblica nei prossimi giorni – impone a tutte le sedi diplomatiche all’estero e in patria di far godere i compagni e le compagne dei diplomatici di agevolazioni quali l’assistenza medica, i corsi di lingua e di anti-terrorismo, i rimborsi per le spese di viaggio e il passaporto diplomatico. Tutti diritti che i conviventi dei dipendenti eterosessuali del Segretariato di Stato guidato da Hillary hanno già.
Si tratta di benefici non solo simbolici. Fra l’etensione dei diritti, infatti, c’è anche il conivolgimento dei partner anche nei piani di evacuazione e di salvataggio. Un ambasciatore e il resto del personale diplomatico, infatti, a seconda dei luoghi dove opera può addirittura rischiare la vita. E un ambasciatore gay, in caso di fuga in elicottero, avrebbe dovuto lasciare a terra il proprio compagno, ad esempio.
La decisione della Clinton arriva alla fine di un mese di polemiche scatenate dal licenziamento in tronco di due alti ufficiali dell’esercito colpevoli, secondo il codice militare, di aver violato il "Don’t ask don’t tell" ("non chiedere, non dire"), introdotta dal marito di Hillary, Bill Clinton, quando era presidente. in pratica, nessun coming out nelle file dell’esercito può essere tollerato, così come nessuna indagine sull’orientamento sessuale dei militari può essere tollerata. Il capo di stato maggiore delle Forze Armate, l’ammiraglio Mike Mullen, ha assicurato la sua totale disponibilità a collaborare con l’amministrazione qualora la legge venga modificata.
In Italia la situazione rimane ferma: i conviventi degli ambasciatori che ci rappresentano nel mondo non sono coperti da nessun diritto, così come il resto del personale diplomatico alle dipendenza della Farnesina.
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