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La Russa, le amicizie a sinistra e le opposizioni che favorirono la sua elezione

“Simona Malpezzi e Alessandra Maiorino mie amicizie a sinistra” ha detto il Presidente del Senato. Non dimentichiamoci di quei 17 voti che…

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L’intervista del presidente del Senato Ignazio La Russa a “Belve” fa ancora parlare all’indomani della messa in onda in prima serata su Rai2. Le polemiche sulle dichiarazioni omofobe e sessiste non si sono ancora placate, ricevendo attacchi anche dai vari esponenti politici, ma nel corso dell’intervista condotta da Francesca Fagnani sono emerse altri particolari degni di nota.

Come ha sottolineato con un tweet Simone Alliva, La Russa ha affermato: “Il mio più grande amico a sinistra? Il capogruppo del PD e la vice del M5S”. Si tratta, rispettivamente, di Simona Malpezzi e Alessandra Maiorino. Quest’ultima, rispondendo proprio al citato tweet, si è mostrata perplessa riguardo l’uscita della seconda carica dello Stato, chiosando: “Non so proprio cosa io abbia fatto per meritare questo titolo da La Russa, visto che ci diamo del lei e ci siamo scambiati appena qualche “buongiorno” in 5 anni. Triste concetto di amicizia deve avere!”.

Sono davvero questi gli “amici” che La Russa considera all’opposizione? Tralasciando il fatto che la cosiddetta amicizia non sembra essere ricambiata, il co-fondatore di Fratelli d’Italia sembra decisamente avere le idee confuse. Le sue posizioni politiche, d’altronde, sono molto chiare, eppure negli anni non è mancato qualche occhiolino agli ambienti di sinistra e alle opposizioni in generale.

Come ha ricordato Fabrizio Marrazzo, portavoce del Partito Gay Lgbt+, nel comunicato che ieri ha fatto seguito alle indegne dichiarazioni del presidente del Senato, proprio La Russa aveva mandato i saluti al congresso nazionale di Arcigay. Ipocrita? Forse, ma non dimentichiamo che l’opposizione ha giocato un ruolo chiave proprio nella sua elezione al Senato, che l’ha portato a ricoprire uno dei ruoli più alti delle istituzioni italiane.

Lo scorso ottobre, infatti, al momento di eleggere il nuovo presidente del Senato, i deputati di Forza Italia uscirono dall’aula. Furono 17 voti provenienti dall’opposizione a far raggiungere all’onorevole i numeri necessari per conquistare la carica. Ci furono, nei giorni seguenti, diverse speculazioni sulle motivazioni che hanno spinto l’opposizione a favorire l’insediamento di La Russa ma, anche se purtroppo non sapremo mai cosa avvenne quel giorno, il gesto fece sorgere qualche dubbio anche agli elettori di sinistra e alla comunità LGBTQIA+. Naturalmente i sospetti maggiori sono ricaduti sul gruppo Azione-Italia Viva di Calenda e Renzi, che, secondo i più maligni, avrebbero da subito battezzato la legislatura dimostrando alla maggioranza di destra di poter essere l’ago della bilancia. Sinistra? Pd? Movimento 5 Stelle? Azione/Italia Viva? Non lo sapremo mai.

A quanto emerso, tra le “amicizie” di Ignazio La Russa si dovrebbe annoverare anche Vladimir Luxuria, che proprio nelle ore della polemica si è lanciata in una sua difesa, escludendo che possa essere omofobo.

Ma vale la pena ricordare quei 17 voti che permisero l’elezione a seconda carica dello Stato di un personaggio come Ignazio Benito Maria La Russa. Sull’inclassificabile inadeguatezza di La Russa alla Presidenza del Senato, da Gay.it abbiamo anche scritto una lettera di protesta al Quirinale.

Perché coloro che cantano di difendere i diritti civili e sociali di tuttə avrebbero teso la mano a un personaggio politico come Ignazio La Russa? In questi giorni la melodia risuona tra il busto del duce lasciatogli dal padre ed esposto in casa (ora reclamato dalla sorella) e le dichiarazioni a “Belve”: e tutti gli esponenti di opposizione si sono pronunciati contro il presidente del Senato. Quei 17 voti, però, rimangono e un alone di nebbia aleggia sui rapporti tra La Russa e le opposizioni, di centro o di sinistra che siano. Non dimentichiamolo.

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