India Pride: la parata è tornata a Nuova Delhi chiedendo a gran voce il matrimonio egualitario

Il Pride non riempiva la capitale da tre anni e la comunità si è appellata alla Corte Suprema.

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Sono passati tre anni dall’ultima parata del Pride vista tra le strade di Nuova Delhi. Da allora, a causa delle politiche anti-LGBT intraprese dal governo unite all’emergenza Covid, le celebrazioni erano state vietate, infliggendo così un duro colpo alla comunità LGBTQIA+ locale. Ieri, però, nella giornata dell’8 gennaio, le bandiere arcobaleno sono tornate a invadere le strade della capitale con una nuova e attesa edizione del Delhi Queer Pride.

Una manifestazione ancora ridotta, che ha contato la partecipazione di circa 800 persone secondo i giornali locali, ma che è riuscita a lanciare un messaggio di speranza ed energia non indifferente, soprattutto considerando il clima politico che oggi aleggia attorno alla comunità LGBTQIA+ indiana.

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Il Delhi Queer Pride è tornato a far celebrare la capitale indiana

La situazione dei diritti LGBTQIA+ in India, infatti, è ancora piuttosto critica. I pochi passi avanti che sono stati fatti sono solo una piccola parte di ciò di cui la comunità avrebbe bisogno e, soprattutto, non riescono ancora a fare fronte a una società che per lo più rimane ferma su posizioni tradizionaliste e conservatrici. Oltre ai principali diritti, manca anche una legge che protegga le persone LGBTQIA+ da discriminazioni e attacchi violenti, che tanto nella capitale quanto nelle diverse regioni indiana accadono quotidianamente.

Solo nel 2018 la Corte Suprema ha rovesciato una legge di stampo britannico, risalente all’epoca coloniale, che ancora rendeva illegale il sesso gay. I rapporti sessuali e le relazioni tra persone dello stesso sono stati decriminalizzati, ma non sono protette e i loro diritti non sono ancora del tutto riconosciuti. A settembre, una sentenza della Corte Suprema ha ammesso che le famiglie cosiddette “non tradizionali” devono godere degli stessi diritti di quelle tradizionali ma, e questo è il punto caldo che agita e agiterà il Parlamento nelle prossime settimane, è il matrimonio egualitario.

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Il Delhi Queer Pride è stato un momento anche per chiedere a gran voce l’approvazione del matrimonio egualitario

Ancora non previsto dalla legislazione indiana, è prevista per il prossimo marzo un’udienza della Corte Suprema in cui i giudici ascolteranno le petizioni di alcune coppie gay che chiedono di vedersi riconosciuti gli stessi diritti delle coppie omosessuali. Se la Corte dovesse aprire anche solo in parte alla possibilità di equiparare il matrimonio tra persone dello stesso a quello tradizionale, si aprirebbe allora anche la strada per una effettiva e decisiva legge in favore dell’argomento.

E anche nella giornata di domenica, durante la parata del Delhi Queer Pride, erano presenti persone della comunità e attivistə che reggevano cartelli e striscioni inneggiando all’approvazione del matrimonio egualitario. I gruppi e le associazioni LGBTQIA+ hanno già fatto partire petizioni per appoggiare le coppie che si presenteranno di fronte alla Corte Suprema. Tra i partecipanti alla marcia di domenica anche Ajay Chauhan, attivista che alla stampa locale ha dichiarato:

«La depenalizzazione ha preso di mira solo un aspetto, ma la questione è più ampia e i diritti non sono ancora presenti per la comunità LGBTQ»

«Dobbiamo concentrarci davvero su quei diritti come ereditare proprietà insieme o aprire conti bancari. Il matrimonio è una cosa importante perché una volta che il matrimonio entrerà in gioco, tutti questi altri aspetti dei diritti saranno soddisfatti», ha continuato il giovane. Le speranze della comunità LGBTQIA+ indiana, quindi, sono quelle che l’apertura al matrimonio egualitario possa portare a una totale equiparazione tra coppie eterosessuali e queer a livello legislativo e fiscale. A livello sociale, tuttavia, le unioni tra persone dello stesso sesso non sono viste di buon occhio.

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La comunità LGBTQIA+ indiana ha ancora pochi diritti

La società indiana, d’altronde, oltre ad essere tendenzialmente conservatrice è anche estremamente patriarcale e, soprattutto nelle province più rurali, i casi in cui le famiglie ricorrono alla repressione dei propri figli queer sono ancora numerosi.

Il ritorno del Pride a Nuova Delhi, intanto, è un forte segnale per la comunità LGBTQIA+ indiana, ancora più viva e agguerrita che mai. In questo momento la battaglia è appena iniziata e non rimane che sperare per il meglio in attesa degli sviluppi nei prossimi mesi.

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