Classe 2000, Lil Jolie – nome d’arte di Angela Ciancio – è la nuova voce del panorama italiano pronta a conquistare il pubblico. Nella sua musica urban si mischiano generi come rap, hip hop e R&B, anche se il sound è pronto a modificarsi con l’uscita del suo primo EP, Bambina. La giovane cantante parla della difficoltà di crescere, l’attaccamento al passato e l’inadeguatezza verso il futuro, la voglia di rimanere sempre bambina ma anche l’ansia e l’irrequietudine di correre dietro al mondo mentre gli altri crescono velocemente, la consapevolezza che i punti bui sono anche i punti di forza.
C’è già chi la definisce la Billie Eilish italiana, anche se lei non si riconosce in questa definizione. Il suo nome d’arte, invece, un omaggio ispirato all’attrice Angelina Jolie. L’abbiamo incontrata in vista dell’uscita del disco, per parlare della sua musica e delle sue ispirazioni, ma anche di una generazione sempre più fluida che vuole essere sé stessa, di diversità e di unicità.
Ci racconti il sound di Bambina?
Mi sono proprio messa a nudo in questo disco e non ho voluto seguire nessuno schema. Mi sono ispirata molto ai cantautori della vecchia scuola, ho ascoltato un sacco di cantautorato. Poi è ovvio che ci sia anche la contaminazione delle cose un po’ più contemporanee. Ho voluto unire questi due mondi e fare qualcosa di mio. Sono molto soddisfatta. Vorrei che chi l’ascolta riesca a sentire tutto quello che ci ho messo, vorrei che si capisse quanto di vero c’è.
Sei una cantautrice molto giovane. Come nasce la passione per la scrittura?
Io ho iniziato a suonare la chitarra a cinque anni e quando andavo alle elementari mi piaceva sempre fare una raccolta, erano tipo dei libricini miei personali in cui scrivevo delle poesie. Il mio primo approccio alla scrittura è stato questo, però non sapevo ancora mettere in musica le cose che scrivevo. Ho trovato solo un quaderno di quando ero piccola e sono troppo curiosa di leggere quello che scrivevo. Mia mamma me lo ha sempre raccontato, però chissà dove saranno… Poi ho sempre cantato, in realtà, e suonato la chitarra. Ho iniziato facendo le cover su YouTube e un giorno mi sono innamorata della scrittura ed è diventata la mia compagna di viaggio. Sono diventata dipendente, quando sento l’esigenza mi viene proprio un pallino nella testa e devo per forza annotare, oppure se cammino per strada mi registro. La notte, quando ancora abitavo a casa dei miei, non potevo registrare e quindi ho anche note vocali in cui sussurro le linee melodiche per non farmi sentire.
C’è chi ti chiama la “Billie Eilish italiana”. Come vedi questo paragone?
Non vorrei che la mia musica si targettizzasse. Mi fa strano perché siamo due mondi completamente diversi, è un idolo però non mi sento rappresentata in quel mondo lì. Lei ha rivoluzionato il pop e c’è solo da baciarle le mani. Però, in questo disco soprattutto, mi sono avvicinata molto di più al mondo italiano.
Il tuo nome d’arte, invece, come è nato?
Alle medie ero in fissa con Angelina Jolie da quando ci hanno fatto vedere il film Ragazze interrotte, andavo a leggere tutte le cose su di lei, ero innamorata proprio persa. Però non è che lo dicevo alle persone. Un giorno, a caso, una mia amica mi stava scattando una foto e mi ha detto “Sembri Angelina Jolie di profilo”. E io mi sono detta “Ora nella descrizione scrivo Lil Jolie” e da lì poi mi ha suonato. Perché poi uno non va a pensare subito a lei, una persona può pensare anche che è un nome francese.
Le nuove generazioni sono sempre più fluide, vogliono essere libere di esprimersi e di essere sé stesse. Tu come la vedi?
Io sono così, anche nella musica. Per questo non mi piace etichettarmi in un genere, così come nella vita reale. È bello mischiare le cose: io sento che sta cambiando qualcosa nel mondo, in positivo. È sempre bello il melting pot delle cose, il non definirsi. È la cosa che mi sta più a cuore.
Si parla tanto di celebrare le diversità, ma è un termine talmente vasto che ognuno poi intende ciò che vuole. Cosa significa per te diversità?
Siamo tutti diversi. Io vedo le persone ed è come se gli vedessi solo l’anima. In passato mi sono sempre detta “Mi sento diversa”, sai? Da tutti i miei coetanei, dalla mentalità di paese. Però ora dico “Sono solo me stessa, non sono diversa”. È quello che mi sento di dire, ognuno è unico quindi la diversità secondo me è uno stereotipo e secondo me ci riusciremo, tra qualche anno, a non parlarne nemmeno più. Così come spero non diremo più “Sei una donna, come ti senti a fare musica perché sei donna”. Che vuol dire? Non dovremmo fare questi paragoni, in qualsiasi ambito.
Questo delle donne è un altro grande tema, perché si sa che le discriminazioni di genere sono sempre dietro l’angolo. A te è capitato?
Sì, mi è capitato in passato. Perché comunque associandomi alla scena hip hop era molto più difficile entrare in quel mondo. Ricevevo commenti sessisti oppure che mi sessualizzavano per cose che non avevo fatto. Cose tipo “Tu sei dove sei perché chissà cosa hai fatto” e così via. Poi ho smesso di ascoltarli, mi sono allontanata da tutti questi gruppi strani su Facebook dove ci sono proprio l’odio e la repressione di queste persone che secondo me non hanno davvero nulla da fare. Ho smesso di curarmi di questo. Sono una donna, dicono tutti è più difficile farcela però se una ha talento alla fine ce la fa.
Siamo anche in un’epoca di social network dove tutti sono ossessionati dalla propria immagine. Tu come li vivi?
Io sono un po’ contorta da questo punto di vista. Capitano giornate in cui vorrei solo fissarmi allo specchio e poi pubblicare una foto perché mi sento fica e mi scatta quella cosa del dire “Voglio farlo vedere agli altri”. Altre volte invece odio proprio il mondo dei social, spengo il telefono in modalità aereo, esco una giornata e vivo. Mi stacco completamente, spengo Internet, proprio tutto, perché non mi va nemmeno di parlare su Whatsapp. È strana questa cosa. Un giorno dici “Ok, mi sento Megan Fox” e un altro dici “Ok, mi sento Megan Fox ma cosa me ne frega di farlo vedere agli altri?”.
Quali sono i prossimi progetti? Ci sarà anche un tour?
Tra poco devo suonare al Mi Ami e poi facciamo un tour estivo in cui suoniamo tutto il disco. Sto preparando davvero belle cose. In futuro io non immagino una vita diversa da questa, spero di continuare, di crescere e di vivere di musica.
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