Segni particolari? Bellissimo. 25enne attore australiano, Jacob Elordi è il nuovo che avanza in quel di Hollywood grazie all’ipnotico e tossico antieroe Nate Jacobs di Euphoria, serie HBO che l’ha fatto conoscere al grande pubblico. Esordiente al cinema nel 2017 con Pirati dei Caraibi – La vendetta di Salazar, nel 2018 Jacob inizia a farsi conoscere grazie a The Kissing Booth, film Netflix che lo vedrà impegnato anche nei successivi due sequel.
Da poco su Prime Video al fianco di Ben Affleck nel deludente thriller Acque profonde, Elordi è ricercatissimo tanto dal mondo moda quanto dal cinema, con il drama He Went That Way già girato, il thriller Saltburn in produzione e lo sci-fi Parallel in pre-produzione.
GQ ha dedicato l’ultima copertina al bel Jacob, provando a spiegare come sia diventato in pochi anni “il protagonista della Generazione Z”.
Elordi ha ricordato gli esordi, i provini a scuola, le prese in giro da parte dei compagni che lo chiamavano gay, a mò di scherno, solo e soltanto perché così bello e delicato, nonché attratto da un sogno chiamato recitazione.
“Dal momento in cui ho iniziato a recitare, a scuola hanno iniziato a chiamarmi gay”, ha ricordato Elordi. “Ma avevo questa enorme fiducia in me stesso. Perché potevo fare entrambe le cose: ero davvero bravo nello sport e penso di essere stato davvero bravo a teatro”.
Un’esperienza, quella con gli sfottò continui, che lo ha aiutato a maturare.
“Sentivo come se fossi al di sopra dell’insulto, mi faceva sentire più maturo. Mi ha fatto sentire più saggio. Non mi sono mai preoccupato che i miei coetanei pensassero che fossi meno uomo”. “Inoltre, c’era la classica cosa di me che facevo spettacoli con le scuole femminili. Passavo i fine settimana con le ragazze più carine della scuola accanto, leggendo le parole più romantiche mai scritte”.
In uno di quei ruoli adolescenziali Jacov indossò gli abiti di Oberon, re delle fate in Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare. Un Oberon diverso, quello ideato dall’attore, in grado di trasgredire e andare oltre ciò che gli altri si sarebbero potuti aspettare. Il suo Oberon indossava una giacca di pelle e non pochi anelli alle dita, con glitter viola sul viso e capelli striati di rosa. “Mi dicevano che fossi gay, e io mi buttai sul trucco”. “Ero tipo, “se voglio essere il re delle fate, sarò il fottuto re delle fate più sexy che abbiate mai visto”.
Un’esperienza per lui trasformativa. “Ho iniziato ad accogliere questo tipo di personaggi. Ho iniziato ad abbracciare la femminilità. Ho iniziato a parlare con le mani. Ho iniziato davvero a interpretare il ruolo dell’attore”.
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