Continua a fare rumore il coming out farlocco di Iker Casillas, leggenda del calcio spagnolo che domenica pomeriggio ha terremotato i social con un cinguettio presto diventato virale, poi cancellato e infine scaricato cavalcando l’ormai consueta scusa dell’hacker di turno.
L’ex portiere del Real Madrid e della Spagna ha preso le distanze da quel tweet in cui comunicava al mondo la propria omosessualità dopo ore di clamore, chiedendo scusa alla comunità LGBTQ. Peccato che a quel cinguettio aveva risposto Carles Puyol, ex compagno di nazionale di Casillas che aveva rilanciato la posta con un 2° coming out: “È arrivato il momento di raccontare la nostra storia”. Anche questa, ovviamente, una burla. Che il misterioso hacker abbia scippato anche l’account di Puyol? Difficile a crederci. E nessuno ci ha infatti creduto. L’uscita a vuoto di Casillas è stata figlia di rumor che da mesi lo inseguono, con presunti flirt femminili collezionati. “Voi mi date dello sciupafemmine? E io vi dico che sono gay”, avrà pensato Iker, con l’amico Puyol a reggergli il gioco. Peccato che il castello di carte sia presto crollato, e soprattutto che nessuno ci abbia trovato nulla di divertente.
Duro, in tal senso, il commento di Josh Cavallo, calciatore australiano dichiaratamente gay. Uno dei pochi al mondo in attività, tra i professionisti, che sogna di partecipare al mondiale in Qatar con il terrore dell’omotransfobia di Stato che nel Paese prevede pene che vanno dal carcere alla pena di morte.
Cavallo ha scritto direttamente a Casillas e Puyol, via Twitter, sottolineando loro come sia deludente “scherzare e prendere in giro il coming out nel mondo del calcio“. E il perché è presto detto. “È un viaggio difficile che qualsiasi persona LGBTQ+ deve affrontare. Vedere due miei modelli, leggende del calcio prendere in giro il coming out e la mia comunità è oltremodo irrispettoso”, ha concluso Cavallo, travolto dai like (circa 60.000) e dai commenti. A mancare, per ora, le repliche dei diretti interessati. Chissà che il fantomatico hacker non decida di intervenire a nome loro.
@IkerCasillas and @Carles5puyol joking and making fun out of coming out in football is disappointing. It’s a difficult journey that any LGBTQ+ ppl have to go through. To see my role models and legends of the game make fun out of coming out and my community is beyond disrespectful pic.twitter.com/Yp88aQyyTV
— Josh Cavallo (@JoshuaCavallo) October 9, 2022
“Il tweet di Casillas, frutto di un hackeraggio, ha tenuto col fiato sospeso milioni di sportivi e calciatori omosessuali ancora nascosti, costretti a dichiarare il falso e a vivere una doppia vita di frustrazione, che ne mette in pericolo la salute mentale”, ha commentato Rosario Coco, Presidente di Gaynet, membro di AICS LGBTI e al momento unico iscritto FIGC apertamente omosessuale.
“Le statistiche parlano chiaro: Secondo lo studio ‘Big Count 2006’, svolto dalla FIFA nel corso del 2006 e pubblicato nel maggio 2007, in tutto il mondo ci sono 265 milioni di persone che praticano il calcio. Se consideriamo che la popolazione lgb oscilla tra il 5% e il 10%, le persone omosessuali e bisessuali che giocano a calcio sono tra 13 e 26 milioni“, ha continuato Coco. “Secondo la ricerca europea Outsport, promossa da AICS (2018-2019), in tutta Europa il 33% degli sportivi LGBTIQ nasconde completamente la propria identità, mentre in Italia la percentuale sale oltre il 40%. Il calcio è lo sport al quale si rinuncia di più per via dell’orientamento sessuale. Dopo il coming out di Josh Cavallo non abbiamo ancora avuto nessun coming out nel grande calcio europeo da parte di calciatori in carriera. L’omotransfobia nel calcio è lo specchio più sincero di una società che fatica ancora a cambiare nel profondo. L’auspicio è che il CONI, gli Enti e le federazioni seguano presto la strada tracciata dal Comitato Olimpico Internazionale e investano nella formazione a tutti i livelli e a tutte le età per uno sport libero da pregiudizi e inclusivo di tutte le identità”.