“La casa sul lago” di David James Poissant: vita di coppia oltre i ‘problemi gay’

Le vicende di una famiglia sull'orlo del collasso. Per una volta, i problemi di una coppia omo non sono i soliti "problemi gay" da discriminazione e intolleranza.

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La casa sul lago di David James Poissant è uno dei romanzi che avevo inserito nella rassegna delle migliori pubblicazioni LGBTQ+ del 2020. L’autore è considerato una delle voci più sorprendenti della fiction americana degli ultimi anni: vincitore di premi prestigiosi e riconoscimenti, si è fatto notare soprattutto per i suoi racconti. Nel luglio 2020, La casa sul lago ha costituito il suo esordio romanzesco; un esordio piuttosto fortunato verso cui anche l’editoria italiana ha subito dimostrato il proprio interesse. Il merito, in particolare, va alla casa editrice milanese NNE, che ha pubblicato il libro lo scorso novembre, e all’entusiasmo per Poissant della traduttrice Gioia Guerzoni.

Il libro

La casa sul lago è un romanzo che fa della semplicità una virtù. Gli Starling sono una famiglia americana come tante. Lisa e Richard sono una coppia affiatata di professori universitari prossimi alla pensione, e Michael e Thad sono i loro due figli. Quattro vite che sembrano funzionare, ma solo in apparenza. Michael, il maggiore dei fratelli, ha un lavoro e una moglie, ma questo non gli impedisce di diventare schiavo della bottiglia. Thad sogna di diventare un poeta, ma a trent’anni suonati non ancora scritto un bel nulla e si fa mantenere dal fidanzato, un artista di successo che, oltre ad avere problemi col concetto di fedeltà, pare essere stato abbandonato anche dall’ispirazione. Nemmeno i navigati Lisa e Richard sono però esenti da preoccupazioni: la loro vita di coppia ha ormai imboccato il binario morto della routine e anche l’affiatamento che li ha sempre contraddistinti sembra essere solo un lontano ricordo.

Finora queste vite rattoppate, disperse nei vari stati americani, ma ancora piuttosto regolari, hanno potuto contare su una certezza importante: quella di darsi appuntamento ogni estate nella casa al lago. Una settimana all’anno può sembrare una magra consolazione, ma gli Starling hanno investito moltissimo in quella casa, soprattutto emotivamente, fino a farla diventare il simbolo del loro stile di vita, o meglio il tempio della loro ritualità familiare. Ma cosa succederebbe, ora, se Lisa e Richard avessero deciso di disfarsene? La loro vita di coppia sopravvivrebbe? E i loro figli come la prenderebbero? Comunicargli questa decisione durante quella che molto probabilmente sarà la loro ultima vacanza non peggiorerebbe solo la situazione? A complicare le cose, una disgrazia nella quale gli Starling rimangono coinvolti a vacanza appena iniziata deflagra in modo differente dentro ognuno di loro, portando alla luce segreti e bugie molto più pericolosi di qualunque transazione immobiliare.

"La casa sul lago" di David James Poissant: vita di coppia oltre i 'problemi gay' - la casa sul lago - Gay.it
D.J. Poissant, “La casa sul lago”, trad. it. G. Guerzoni, NN Editore, Milano, 2020, pp. 324.

Semplicità e profondità

La semplicità di questo romanzo sta nel modo in cui David James Poissant ha saputo trasformare gli elementi ordinari della vita delle persone in ottimo materiale letterario. Gli eventi che costituiscono l’ossatura romanzesca di La casa sul lago sono le piccole-grandi incomprensioni quotidiane, i silenzi di piombo e le parole estorte di cui sono piene certe giornate di ognuno di noi. La bravura di Poissant non è stata di averli trasformati in materia letteraria (sarebbe arrivato troppo tardi per rendergliene merito), ma di averli trattati con uno sguardo che scruta in profondità le cose e che si mette in cerca delle molle più piccole e segrete che differenziano l’agire di ogni persona. I sentimenti, sotto la sua penna, si illuminano di verità e anche i più oscuri diventano a poco a poco intellegibili. Poissant non ama le risposte scontate e queste non piacciono nemmeno ai suoi personaggi; ciò che essi fanno è il risultato finale di una tessitura emotiva e comportamentale ramificata ed estesa che l’autore ha la pazienza, la perizia e il metodo di ricostruire con un tocco molto personale e privo di artificio.

Senza aggettivi

Sul versante LGBTQ+, La casa sul lago presenta una caratteristica che apprezzo molto di tanti romanzi americani. La relazione fra Thad e il suo fidanzato Jake non è una parentesi ricavata all’interno di una realtà eteronormata, ma una storia esattamente come le altre, e quindi senza aggettivi. Non ricordo nemmeno di aver letto la parola omosessualità; forse sì, ma si confondeva nell’insieme della pagina allo stesso modo di parole come acqua, scatola, lavoro, cena o altro… Parole che scompaiono perché non esiste alcun motivo di metterle sotto ai riflettori. Thad e Jake sono una coppia ed è così che Poissant si rivolge nei loro confronti. Nemmeno i problemi che devono affrontare sono “problemi gay”: per loro fortuna o sfortuna, sono problemi molto più usuali e mediocri, molto più “normali”. Bisogna scavare per riconoscere la radice LGBTQ+ di ciò che li tormenta, ma per Poissant si tratta comunque di un lavoro che spetta soltanto a chi legge, qualora vorrà farlo. Da parte sua, nessuna spiegazione e nessuna premessa, nessun commento e nessun aggettivo che faccia pensare Thad e Jake come una coppia “diversa” dalle altre due.

A volte la letteratura rispecchia la società, altre volte ne anticipa l’evoluzione. Estendere il discorso alla sociologia è una tentazione da cui personalmente mi tengo ben lontano, e La casa sul lago, come romanzo dell’America contemporanea ambientato peraltro in uno swing state del Sud come il North Carolina, è rappresentativo di ben poco. Quello su cui ha qualcosa da dire, su cui varrebbe la pena, da lettori italiani, interrogarsi è lo scarto che tutt’ora esiste tra la letteratura LGBTQ+ nostrana e quella d’importazione. Una dove si introduce, si commenta e si giustifica ancora troppo, come se parlare di omosessualità nel 2021 avesse ancora bisogno di una garbata spiegazione da ricavare fra le righe. L’altra dove invece si tende a livellare tutto e la differenza si riduce a un’interpretazione soggettiva che appartiene quasi sempre alla sensibilità di chi legge.

La parità di diritti, che nella vita chiediamo all’attività legislativa, in letteratura si realizza attraverso sfumature come questa.

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