“Ho dato ordine alla General Service Administration e al mio team di avviare i protocoll. Nell’interesse del Paese”. A oltre 3 settimane dalla sconfitta elettorale contro Joe Biden, Donald Trump ha finalmente ceduto, facendo i conti con la realtà. Tutte le cause intentate dai suoi avvocati su presunti e mai provati brogli elettorali sono state cestinate, anche da esponenti repubblicani. I riconteggi chiesti a gran voce dal tycoon hanno tutti confermato quanto decretato 15 giorni fa, ovvero il trionfo di Joe Biden e Kamala Harris, nuovi inquilini della Casa Bianca a partire dal prossimo 20 gennaio.
E non è finita qui. Trump, che ha incredibilmente sempre sostenuto di avere la comunità LGBT al suo fianco perché presidente ‘friendly’, è invece diventato il presidente meno votato di sempre dalla comunità LGBT d’America. Se i sondaggi pre-elettorali davano al vecchio Donald un inatteso 28/30% di preferenze tra i gay, le lesbiche, i bisex e le persone trans statunitensi, un nuovo studio firmato GLAAD ha detto tutt’altro. Solo il 14% della comunità LGBT USA avrebbe infatti votato per Trump, mentre l’81% avrebbe votato per il presidente eletto Joe Biden. Il sondaggio ha inoltre rilevato che la significativa affluenza alle urne degli elettori LGBTQ + ha avuto un impatto importante sull’esito complessivo della sfida, perché il 25% degli elettori LGBT ha votato per la prima volta.
“Il sondaggio di GLAAD conferma l’impatto del voto LGBTQ come differenza decisiva nelle elezioni del 2020”, ha sottolineato Sarah Kate Ellis, presidente e amministratrice delegata GLAAD. Il sondaggio della GLAAD ha rilevato che gli elettori LGBT avevano tre preoccupazioni principali al momento del voto. Una risposta seria e immediata alla pandemia da Covid-19 per il 54%, la sanità e la giustizia razziale al 25 e al 22%.
Un precedente exit poll dell’Edison Research aveva affermato che il 28% degli elettori LGBTQ + intervistati avrebbe votato per Trump. Ma GLAAD ha ora smontato quel sondaggio, rilevando come la dimensione del campione di elettori queer fosse significativamente più piccola di quanto originariamente suggerita, ovvero appena 250 persone, il che aumenterebbe significativamente il margine di errore a +/- 7 percento. Il sondaggio portato avanti da GLAAD ha coinvolto invece 800 persone, con un margine di errore del +/- 3,5 percento.
Il massimo precedente di voti LGBT per i candidati repubblicani alla presidenza fu il 27% raggiunto da John McCain nel 2008, seguito dal 23% di George W. Bush nel 2004 e dal 22% di Mitt Romney nel 2012. Ma dinanzi alla presidenza più omotransfobica di sempre, quella targata Trump/Pence, anche l’elettorato gay repubblicano è fuggito.
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