Le lacrime di Barbie in un mondo oppresso dagli stereotipi di genere: il rapporto shock delle Nazioni Unite

Italia fanalino di coda in Europa.

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stereotipi di genere barbie
stereotipi di genere barbie
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Chi ha paura di Barbie?, ci chiedevamo qualche settimana fa in occasione dell’uscita del film che ha sbancato ogni botteghino.

La risposta è semplice: tutti, ma proprio tutti nel mondo hanno paura di Barbie. Perché tutti, ma proprio tutti, hanno introiettato nelle proprie organizzazioni sociali e nelle proprie peculiari individualità i preconcetti degli stereotipi di genere. E quel film, Barbie, è riuscito con un linguaggio mainstream e accessibile anche ai più piccoli, a far emergere alcune sfumature del quotidiano regime dello stereotipo di genere. La battaglia è lunga, e il film Barbie è soltanto una vitale goccia nell’oceano di pregiudizi che bagna tutte le società della civiltà umana contemporanea.

Lo spiega molto bene un rapporto recentemente pubblicato dall’UNDP – il Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo – denominato “Breaking Down Gender Biases. Shifting social norms towards gender equality” (“Sconfiggere i Preconcetti di Genere: Spostare le Norme Sociali verso l’Uguaglianza di Genere“).

Il 90% della popolazione mondiale, composta da uomini e donne, presenta preconcetti stereotipati riguardanti i ruoli di genere. Quasi metà delle persone nel mondo ritiene che gli uomini siano più adatti a essere leader politici rispetto alle donne, e due su cinque credono che gli uomini siano più idonei a guidare un’azienda rispetto alle donne. Il dato scioccante, ma non sorprendente, si distende impietoso ovunque sul globo terracqueo. Gli stereotipi di genere sono evidenti in tutte le fasce di reddito, in tutte le culture, sia nei paesi ad alto tasso di sviluppo, sia nei paesi a basso sviluppo socioeconomico.

Il rapporto introduce un nuovo indice chiamato “Indice delle Norme Sociali di Genere” (INSF), che misura la quantità di stereotipi di genere presenti nella società. Questo indice si concentra sugli atteggiamenti delle persone riguardo ai ruoli sociali di uomini e donne, e ce su risultati concreti come la partecipazione delle donne in determinati contesti o le differenze di reddito e occupazione.

Lo studio ha coinvolto l’85% della popolazione mondiale e ha rivelato che la maggioranza delle persone ha pregiudizi di natura politica, scolastica ed economica.

leggi: La storia di Andrea Spezzacatena,
il ragazzo dai pantaloni rosa, diventa un film

Andrea Spezzacatena ragazzo dai capelli rosa
Andrea Spezzacatena, il ragazzo dai pantaloni rosa

Alcuni dati esemplari, riportati in Italia dal Sole24Ore:

  • il 57% delle donne e il 65% degli uomini hanno pregiudizi riguardo ai diritti delle donne nella politica
  • soltanto il 27% ritiene fondamentale che le donne abbiano gli stessi diritti degli uomini per preservare la democrazia
  • il 49% delle persone ritiene che gli uomini siano migliori leader delle donne
  • il 25% delle donne e il 31% degli uomini crede che l’istruzione universitaria sia più importante per gli uomini che per le donne
  • il 54% delle donne e il 64% degli uomini pensano che gli uomini siano più capaci negli affari rispetto alle donne
  • il 46% ritiene che sia più cruciale per un uomo trovare lavoro rispetto a una donna

Il rapporto evidenzia che i divari di genere nel reddito sono strettamente correlati ai pregiudizi di genere. Inoltre, nei paesi con alti livelli di stereotipi di genere riguardanti i ruoli sociali, le donne dedicano significativamente più tempo alle faccende domestiche e all’assistenza, rispetto agli uomini.

Una nota positiva: in 27 paesi, la percentuale di persone senza pregiudizi nelle norme sociali di genere è aumentata tra il 2010-2014 e il 2017-2022.

stereotipi di genere italia
Dettagli Italia del grafico complessivo dello studio: qui la fonte >

 

L’Italia presenta un quadro sconfortante.

  • il 61% della popolazione italiana ha almeno un pregiudizio legato agli stereotipi di genere (65,3% uomini –  57,9% donne. Percentuali spaventosamente più alte di altri paese europei: Spagna 50%, Francia 56%, Germania 37%, Paesi Bassi 30%, Regno Unito 30% e Svezia 27%.

 

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