Il 22 giugno alle 23:30 di sera in consiglio comunale a Lissone, comune di circa 50.000 abitanti della provincia di Monza e della Brianza in Lombardia, è scoppiata la bagarre nel pieno di una discussione sull’opportunità di sottoscrivere la carta Re.a.d.y, la Rete nazionale delle pubbliche amministrazioni anti discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere.
Bagarre nell'Aula del consiglio comunale di #Lissone (MB) per l'intervento della consigliera Felicia Grazia #Scaffidi (#FdI) in riferimento ad una mozione che chiedeva di far aderire il Comune alla rete Re.a.d.y.: "Non accetto che mi venga dato dell'omofoba. Tratto i gay come… pic.twitter.com/mxyOXlAt6I
— Ultimora.net – POLITICS (@ultimora_pol) June 27, 2023
La consigliera Felicia Grazia Scaffidi di Fratelli d’Italia ha rifiutato l’etichetta di omofoba, in quanto contraria alla mozione, utilizzando queste parole.
“Non accetto che mi venga data dell’omofoba, ho più amici gay io che forse tu. Mi dispiace ma è proprio così. Li tratto come tratto qualsiasi altra persona normodotata. Ho più amici gay che normali. E vengono trattati allo stesso identico modo. Siete voi che li state discriminando, facendoli passare per persone diverse”. “Non mi sento omofoba, punto”.
Scaffidi che, nel corso del dibattito serale, ha parlato anche di “diffusione di una propaganda ideologica che viene appositamente mascherata con la lotta alle discriminazioni” e di una carta RE.A.DY che a suo dire, “serve a dare soldi alle associazioni LGBT per organizzare progetti dentro e fuori dalle scuole per propagare la teoria transgender”.
Immediato il commento di Alessandro Zan, che ha sottolineato come “Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni e la destra stanno lanciando una campagna d’odio mai vista prima proprio dalle istituzioni, dal governo fino ai comuni più piccoli, contro la comunità lgbtqia+. Il linguaggio d’odio istituzionale si riversa come un virus nella società e innesca discriminazione e violenza, di cui questi personaggi sono complici“.
Un intervento, quello della consigliera di Fratelli d’Italia, rapidamente diventato virale sui social e che segue di 24 ore la sfuriata della premier Giorgia Meloni a Riccardo Magi di +Europa, ‘colpevole’ di aver ‘contestato’ la presidente del consiglio con un cartello inneggiante alla legalizzazione della cannabis.
La vera Giorgia Meloni, quella che i telegiornali evitano volutamente di far vedere. Se questo è un Premier
— ApocaFede (@DrApocalypse) June 27, 2023
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