Serata di premiazione con Sabina Guzzanti ospite speciale al 37° Lovers Film Festival di Torino, il più antico festival sui temi LGBTQI+ d’Europa e terzo nel mondo. Diretto da Vladimir Luxuria, riconfermata alla guida anche per il prossimo triennio, il Lovers ha annunciato i suoi vincitori.
La giuria lungometraggi presieduta da Franco Grillini e composta dagli studenti del DAMS di Torino Benedetto Irma, Alice Ferro, Federico Lionetti, Tommaso Sabatini e Sara Elisabetta Visconti, ha assegnato il premio Ottavio Mai per una somma di 1.000 euro al canadese Wildhood di Bretten Hannam.
Protagonista è Link, che fugge da un padre tossico e violento e parte col fratellino alla ricerca della madre che li aveva abbandonati. Lungo la strada incontrano Pasmay, danzatore che si esibisce nei pow wow, i raduni in cui i nativi americani onorano la propria cultura secolare: attratto da Link, li segue. Mentre i ragazzi viaggiano attraverso i territori dei Mi’kmaw, in Nova Scotia, Link troverà finalmente l’identità, l’amore e una comunità che lo accolga. Un viaggio di crescita, duro ma tenero e pieno di speranza. Questa la motivazione data dalla giuria.
Per aver raccontato con sguardo poetico una storia di formazione intersezionale, dando voce a una comunità sottorappresentata come quella dei Mi’kmaq in Nova Scotia; e in particolar modo per aver raccontato una storia di riscatto e di accettazione della propria sessualità e delle proprie radici culturali. Con una fotografia evocativa e la brillante interpretazione dei giovani attori, l’opera immerge lo spettatore in un percorso di ricongiungimento con la natura e con la propria comunità d’origine.
La giuria documentari presieduta da Enzo Cucco e composta dagli studenti della Scuola Holden di Torino Ilaria Baggio, Bianca Passanisi, Federico Galbiati, Guido Giuliano e Cecilia Rita, ha invece conferito il premio di 500 euro al miglior documentario a Jimmy in Saigon di Peter McDowell, con questa motivazione: “Per la rappresentazione di un conflitto interiore che si rispecchia nella guerra del Vietnam e nella cultura occidentale degli anni ’60 e ’70. Il punto di vista interno trascina lo spettatore nella ricostruzione di una storia d’amore che sfida le censure di due culture vittime degli stessi tabù. Il montaggio e la colonna sonora scandiscono gli alti e bassi di un’indagine sul rimosso familiare che diventa ricerca identitaria“.
La giuria cortometraggi presieduta da Vanni Piccolo e composta dagli studenti del DAMS di Torino Chiara Allegretti, Marco Di pasquale, Lucia Paruta, Nicolò Pilon e Giorgia Ester Serra, ha assegnato un premio in denaro di 500 euro al corto Tank Fairy di Erich Rettstadt, con menzione speciale a Pentola di Leo Cernic.
Per il terzo anno, il premio Torino Pride è stato assegnato dalla giuria composta da Valentina Quattrocchi, Lorenzo Bucci, Carlotta Marchiandi, Paola Perrone e Sonia De Marzo al film giudicato più efficace nell’esprimere il passaggio di senso tra generazioni diverse, pronte ad accogliere le nuove istanze identitarie. Il Coordinamento Torino Pride, insieme all’Associazione Amiche e Amici della cultura e del festival del cinema LGBT, ha assegnato il premio di 800 euro a Nelly e Nadine di Magnus Gertten, da noi qui recensito. Questa la motivazione:
“Un docufilm che, toccando la memoria storica dei campi di concentramento, risulta attuale nel fare riemergere una storia d’amore iniziata nel 1944 e vissuta con determinazione e coraggio, di grande ispirazione per le generazioni successive innanzitutto della famiglia di Nelly e Nadine e poi, grazie al film, anche per le persone spettatrici”.
Il Festival, da un’idea dello scrittore Willy Vaira e di Claudio Carossa, dedica inoltre un riconoscimento alla memoria di Giò Stajano, una delle figure più̀ importanti e significative della cultura LGBTQI+ italiana. Il premio consiste nella somma di 500 euro, che saranno donati al film, scelto tra tutte le sezioni del programma, individuato dal comitato di selezione del Festival e da Willy Vaira.
Il premio della somma di 500 euro è stato assegnato al gran bell’esordio in un lungometraggio del messicano Horacio Alcalà con Finlandia. “Film magico e spirituale con una profonda anima antropologica dove in una giostra di luci, suoni, colori e sogni, la cultura zapoteca viene mirabilmente rappresentata dalle genti MUXES nel Mexico meridionale, in cui la fluidità di genere è il pilastro della loro vita. Tra sogni e realtà uomini e donne vivono in una sorta di” terzo genere” in assoluta libertà, creatività e parità, come dovrebbe poi essere in ogni parte del mondo“.
Menzione speciale al criptico Death and Bowling di Lyle Kash, “per la rarità e la preziosità di un lavoro dove si respira e si vive una realtà trans non solita a vedersi sugli schermi. Una produzione unica, formata per la maggior parte da persone trans, che trasmette al film una magia rarefatta ed utopica, a volte strana, ma che ti cattura e ti porta lontano in un mondo a tratti persino immaginario“.
La giuria Young Lovers, presieduta da Walter Revello, presidente di Babi, e composta da cinque studenti tra i 18 e 21 anni (Chiara Fiorano, Federica Tedesco, Francesco Toscano, Michela Lupi, Sara Scalera), ha infine assegnato il premio Matthew Shepard 2022 a Wildhood di Bretten Hannam, che di fatto bissa e chiude in bellezza dopo aver vinto anche il premio come miglior film del Lovers 2022.
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Mi rivolgo ai premi!
Tutto bellissimo... Ma che somme ridicole!