L’agenzia di sondaggi Medián ha condotto una ricerca su commissione di Amnesty International Hungary e Háttér Society (una delle più grandi e antiche ONG per la comunità LGBT in Ungheria) per capire cosa pensano gli ungheresi sulla legge anti LGBT introdotta a maggio nel Paese. Nonostante l’odio verso le minoranze sessuali e più in generale sul controllo che il governo vorrebbe imporre sull’educazione sessuale nelle scuole, sono molti i giovani contrari.
Difatti, anche se si sente parlare spesso di attacchi fisici, verbali e discriminazioni per l’orientamento sessuale o l’identità di genere, il 46% degli intervistati ha affermato di conoscere diverse persone LGBT+, e sorprendentemente un enorme 73% non crede alla fake news secondo la quale le persone della nostra comunità siano dei pedofili o che possano traviare i bambini.
Ma la legge “Russia style” dell’Ungheria è solo l’ultima di un susseguirsi di battaglie contro la comunità.
I dati “incoraggianti” dall’Ungheria
A maggio 2020, il Parlamento ha approvato una legge che vieta il riconoscimento legale per le persone transgender. E anche qui, la politica non ha certo seguito il volere del popolo: il 74,5% del campione è convinto che le persone trans dovrebbero poter modificare la loro identità nei documenti ufficiali.
Sul lato dei matrimoni per coppie dello stesso sesso, la percentuale cala un po’, rimane sta sopra la metà della popolazione: 59%; da sottolineare che nel 2019, questa percentuale non superava il 33%. E non è tutto, perché un buon 69% pensa che due uomini o due donne possano essere dei bravi genitori.
Il pensiero dell’Ungheria è soddisfacente
Luca Dudits, membro del consiglio di amministrazione di Háttér Society, ha affermato:
La nostra ricerca ha confermato che la società ungherese è molto più tollerante del governo. Le politiche ingannevoli e odiose non hanno supporto sociale, motivo per cui è importante che tutti difendano le persone LGBTQI e non cedano all’odio.
Le soddisfazioni arrivano anche da parte di Dávid Vig, direttore di Amnesty International Ungheria:
È più che mai chiaro che la maggioranza non vuole che lo stato decida sull’educazione sessuale a scuola o se il proprio figlio senta parlare di minoranze sessuali e di genere. Le persone pensano che questi argomenti siano importanti per i giovani e si fidano degli insegnanti e delle loro decisioni. La posizione della maggioranza è quindi chiara: non vogliono la legge incostituzionale sull’omofobia e la transfobia.
Qual è dunque il rischio? Che gli studenti ungheresi vengano sommersi di notizie false sull’omosessualità e su tutta la comunità, crescendo una popolazione omofoba, poco inclusiva e discriminante.
Attenzione massima sull’educazione sessuale a scuola
Il dibattito più acceso in Ungheria, al momento, riguarda appunto l’educazione sessuale a scuola.
Anche in questo caso, il governo omofobo di Orban sta portando avanti una battaglia che non interessa alla società e che crea solo violenza. Il 66% degli intervistati pensa che sia giusto che i giovani affrontino il tema delle educazione e delle minoranze sessuali. Un 83% invece non crede all’assurda possibilità che un bambino possa diventare omosessuale sentendo parlare dell’argomento a lezione.
Sul fronte governo – famiglia e scuola, il 90% degli ungheresi pensa che dovrebbe essere la scuola a decidere come e quando parlare di educazione sessuale, non la politica. Ma su quest’ultimo punto, c’è da sottolineare che lo stato non ha le risorse per invitare nelle scuole persone specializzate sul tema (per l’85% dovrebbero essere i docenti a occuparsi di trovare il personale qualificato).
Alla luce di questi sondaggi, il presidente Orban è davvero sicuro di voler indire un referendum sulla legge?
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