Anna Masutti è la madre di Maddalena, 18 anni, ragazza lesbica. L’11 ottobre 2017 Maddalena ha fatto coming out, rivelando la propria omosessualità alla mamma. Da quel giorno, la ragazza festeggia due “compleanni”. Uno è il giorno della sua nascita, l’atro è quello della sua liberazione, il suo coming out per l’appunto.
Come raccontato a Repubblica, Anna rivolge un pensiero a tutti coloro che sono contrari alla legge contro l’omotransfobia. Agli 800 e passa emendamenti proposti dalle opposizioni per bloccare i lavori del testo alla Camera. Al dubbio di costituzionalità che dovrà essere votato su richiesta della Lega.
Chi afferma che la legge contro la omotransfobia è inutile forse dovrebbe parlare con noi, madri e padri di ragazze e ragazzi che ogni giorno, sulla propria pelle, sentono bruciare razzismo, scherno, paura. Figli che hanno già sofferto per trovare se stessi e poi diventano bersagli di odio e violenza.
Ora, Anna è una mamma Agedo, una delle tante. E ha deciso di combattere per sua figlia, in modo che anche Maddalena possa vivere liberamente la propria sessualità, senza la paura di essere derisa, discriminata o peggio ancora, aggredita.
La rinascita di Maddalena: il racconto di mamma Anna
A casa non se ne parlava, semplicemente. Queste le parole di Anna. Maddalena, dunque, non sapeva se c’erano pregiudizi, se i genitori fossero omofobi o contrari. Per questo la ragazza ha avuto coraggio, ha detto a sua madre “sono lesbica”. E in quel momento si è liberata, trovando di fronte una persona che l’ha subito accettata.
Prima della rinascita, però, c’è stata la depressione. Un tunnel buio senza uscita. Intorno ai 10 anni, la mamma di Maddalena capisce che qualcosa non va. La ragazza aveva sempre preferito il vestito di Zorro a quello da principessa e le piaceva vestirsi da maschio. Tutto questo andava bene ad Anna, perché era felice così. Alle medie, invece, inizia il bullismo. E la felicità di Maddalena svanisce. Inizia ad andare male a scuola, viene bocciata, e a casa non mangiava più, stava sempre da sola, sotto il cappuccio della felpa. Depressione, la diagnosi dello psicologo. E farmaci.
Invece, non avevano capito cosa turbava veramente Maddalena.
Una sorta di terapia riparativa e il cambio di passo
Prima di iniziare l’anno in una nuova scuola, Maddalena aveva iniziato a frequentare un gruppo per ragazzi “difficili”. Il racconto della madre mostra come era caduta, senza saperlo, tra le braccia di persone che pensano ancora che l’omosessualità sia una malattia. E una terapia riparativa può risolvere il “problema”.
Una specie di lavaggio del cervello. Le dicevano che per essere felice doveva vestirsi da donna, pensare all’amore con un uomo, la portavano a comprarsi vestiti da femmina. E’ durato poco, per fortuna. Capite perché è importante una legge contro il razzismo omofobico? Perché fino a che si penserà che una persona omosessuale può essere rieducata, ci sarà sempre chi riterrà “naturale” schernirla o peggio aggredirla.
Ma la nuova scuola cambia tutto. Una professoressa che la aiuta ad aprirsi, il coming out con i compagni di classe, e a distanza di due anni, dopo una tesina sull’omosessualità (esami di terza media), il coming out anche con la mamma.
Quando ha fatto coming out eravamo ormai pronti, è stato l’anno del primo Pride a Udine, e con lei in piazza c’eravamo tutti: le sue sorelle, mia madre, mio marito ed io. Anzi, la nonna le ha fatto il regalo, qualche mese dopo, di accompagnarla al grande Pride di Londra. Pensate, mia mamma, una ex prof in pensione, con il filo di perle al collo che sfila al corteo gay. Incredibile. Oggi insieme a me viene nelle scuole per parlare con i ragazzi della nostra esperienza. Insieme alla felicità però, adesso, la paura è cresciuta.
Un forte appello a favore del ddl Zan
Questo racconto mostra le preoccupazioni di una mamma che vuole solo il bene per sua figlia. Mostra però anche una ragazza lesbica che alla mamma dice, “a volte faccio finta di essere etero per non dare spiegazioni“. Mostra il disagio che può portare un segreto del genere. E mostra come ci sia disinformazione e un aiuto praticamente nullo, tanto da parte dei medici che dalla scuola.
Tutto questo è un grande appello affinché venga approvata la legge contro l’omotransfobia, un grande passo di civiltà, che tuteli le minoranze prese di mira, solo perché considerati diversi da tutti gli altri.
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