40 anni fa, come ricordato questa mattina, sui media nazionali l’Italia scopriva l’omofobia grazie al terribile delitto di Giarre, ancora oggi irrisolto. Poco dopo quel duplice omicidio/suicidio a Palermo nacque il primo storico circolo Arcigay. Tra i fondatori Massimo Milani e Gino Campanella, colonne del movimento LGBT oggi sposi, dopo oltre 40 anni d’amore.
Un’unione civile storica, tanto da meritarsi la diretta streaming sulla pagina FB del Palermo Pride, a quasi 30 anni dalle simboliche nozze che Massimo e Gino nel 1993 tennero a Palermo. 27 anni dopo, finalmente, si sono potuti unire civilmente. Si tratta della prima unione civile mai celebrata a Giarre, luogo scelto tutt’altro che casualmente, nel pieno del dibattito parlamentare sulla legge contro l’omotransfobia, la misoginia e l’alibismo.
“Il nostro è un matrimonio inutile e indispensabile – ha spiegato Massimo Milani, attualmente presidente onorario di Arcigay e da 30 anni libero di esplicitare la propria femminilità, come riportato da PalermoFelicissima – È inutile, perché nulla ormai ci può separare dopo tanti anni vissuti insieme, neanche la morte, forse. È indispensabile perché per due mesi siamo stati separati e isolati l’uno dall’altro. Due mesi durante i quali Gino lottava tra la vita e la morte. Due mesi che lo hanno visto poi miracolosamente risorgere a nuova vita mi hanno fatto cambiare idea. “Io questo uomo lo devo sposare” mi sono detta. Lo devo sposare per chiudere un cerchio, per vivere una festa rigenerante”. La cerimonia non poteva che essere organizzata in uno dei luoghi simbolo del movimento, tristemente indelebile nell’immaginario della comunità Lgbt+ e a memoria perenne di una morte ingiusta. “Non si tratta soltanto di tenere accesa la memoria di un terribile atto di violenza, ma anche di rendere giustizia ai due ragazzi che forse ci guarderanno dall’alto e troveranno pace e serenità, oggi che un amore tra due persone dello stesso sesso è possibile e vivibile alla luce del sole, anche se non ovunque. Crediamo sia l’occasione per riconciliarsi con Giorgio e Toni per un Paese che ha tentato di occultare e cancellare l’accaduto di quel 31 ottobre scellerato di 40 anni fa e che la riconciliazione possa passare dalla volontà di non trovarsi mai più a raccontare storie come questa”.
“Onereremo con il massimo impegno e con cordiale accoglienza la richiesta di celebrazione dell’unione civile ricevuta – ha dichiarato Angelo D’Anna, sindaco di Giarre – Sarà l’occasione per fare il punto sull’importantissimo delicato tema legato alla conquista di diritti civili e all’evoluzione e al progresso della nostra società, processo ancora in atto e che auspichiamo possa sempre più garantire il pieno rispetto della persona e della dignità che le è sempre dovuta”.
A cerimonia conclusa, Massimo e Gino sono andati al camposanto per omaggiare Antonio Galatola, all’epoca 15enne, e Giorgio Agatino Giammona, 25enne, con il bouquet matrimoniale, annunciando che il sindaco erigerà un monumento dedicato al loro amore all’ingresso del cimitero.
Tre settimane fa Massimo e Gino avevano raccontato la loro storia d’amore su Rai 1, nel corso di Oggi è un altro Giorno. A seguire la lunga intervista. E auguri agli sposi!
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Apprezzo io gesto “simbolico” politico del matrimonio in un momento così delicato ….
Una statua alle vittime dell omofobia o un monumento all vittimismo da omofobia?
auguri vivissimi
L’analfabetismo funzionale crea mostri come i troll Renzo Loi e Il bianco coniglio (è forse il nuovo nome di Luigi19?). I loro commenti, oltre a grondare una nauseabonda omofobia interiorizzata, sono scritti in maniera talmente sgrammaticata che viene da chiedersi come abbiano potuto superare anche solo le scuole elementari. Non hanno rispetto neanche per i morti, che schifo!
Ancora una volta mi chiedo come sia possibile che la redazione di Gay.it non intervenga per rimuovere i commenti omotransfobici e bloccare questi maledetti troll. Su questo sito chiunque può scrivere le peggio cose senza alcun controllo, il far west degli omofobi.