Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è tornato a celebrare la Giornata internazionale contro l’omofobia, la transfobia e la bifobia, rilasciando parole ferme, rivolte a quella politica che troppo spesso alimenta odio e discriminazione.
“Omofobia, bifobia e transfobia costituiscono un’insopportabile piaga sociale ancora presente e causa di inaccettabili discriminazioni e violenze, in alcune aree del mondo persino legittimate da norme che calpestano i diritti della persona“.
Mattarella ha ricordato come “la sensibilità della coscienza collettiva verso questi temi” si sia “accentuata“, da quando nel 2007 è stata istituita dal Parlamento Europeo la Giornata internazionale contro l’omofobia e la transfobia.
“L’azione di contrasto ai numerosi episodi di violenza che la cronaca continua a registrare non può cessare“, ha tuonato il Capo dello Stato. “Contro le manifestazioni di intolleranza, dettate dal misconoscimento del valore di ogni persona, deve venire una risposta di condanna unanime. È compito delle istituzioni elaborare efficaci strategie di prevenzione che educhino al rispetto della diversità e dell’altro, all’inclusione“.
“Gli abusi, le violenze, l’intolleranza, calpestano la Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione europea e la nostra Costituzione che proprio nell’articolo 3 riconosce pari dignità sociale, senza distinzione di sesso, di tutti i cittadini, garantendo il pieno sviluppo della persona umana“, ha concluso Mattarella, che non è nuovo a prese di posizione contro l’omotransfobia, i cui dati nazionali sono anche quest’anno drammaticamente allarmanti.
Arrivato al suo secondo mandato da presidente della Repubblica, Mattarella si espresse pubblicamente anche nel 2015, nel 2017, nel 2019, 2020, 2021 e 2022, chiedendo un “educazione alla cultura della non discriminazione”, definendo “anticostituzionale” l’omotransfobia, perché “una società libera non permette discriminazioni e aggressioni”.
Da parte del Governo Meloni, che da quando si è insediato ha dichiarato guerra alle famiglie arcobaleno, per ora nessuna dichiarazione ufficiale. L’Italia è scivolata al 34esimo posto su 49 Paesi d’Europa per uguaglianza e tutela delle persone LGBT, tra la Repubblica Ceca e la Georgia, dietro persino all’Ungheria di Orban.
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